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MOODY BLUES

Gli anni d’oro – 1967-1972


La loro storia attraverso le copertine

I Moody Blues (lett. Blues Lunatico) sono stati attivi dal 1964 al 2018. L’articolo prende in esame gli anni 1967-1972, che è considerato il loro periodo di maggior fulgore, legando la storia musicale con quella dell’artista Phil Travers che, a parte quella di Days of Future Passed della fine del 1967, ha in seguito sempre creato le loro copertine con uno stile molto personale che rendeva il disco immediatamente riconoscibile.

 

La nascita del progressive viene fatta risalire a “in The Court of Crimson King’. Vero, ma volendo fare i precisini si potrebbe anche dire che i veri antesignani sono stati i Moody Bluse che con ‘Days of Future Passed’ furono i primi a pubblicare, nel novembre 1967, un concept-album con un nuovo tipo di musica che coniugava pop e sinfonico, battendo sul tempo sia i Procol Harum che i Nice.

 

Loro marchio di fabbrica è stato realizzare concept-album con abbondante uso di mellotron, orchestra ed arrangiamenti sinfonici altisonanti e a tratti pomposi. Sono stati molto bistrattati dalla critica, ma hanno avuto un grande successo commerciale, probabilmente perché sono ben presto passati dal progressive al pop e, una volta trovato il filone giusto di un “pop sinfonico”, non si sono mai evoluti nel corso degli anni. Personalmente ogni tanto, quando voglio sentire musica non impegnativa, dalle facili ma piacevoli melodie, li riascolto sempre con piacere.

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Formatisi a Birmingham nel 1964 erano inizialmente un complesso di rhythm and blues bianco. La prima formazione era composta dal batterista Graeme Edge, dal chitarrista Denny Laine, dal tastierista Mike Pinder, dal polistrumentista Ray Thomas e dal bassista Clint Warwick. Tra la fine del 1964 e l'inizio del 1965 ebbero un esplosivo successo con la cover di “Go Now”, n.1 nel Regno Unito e nella top 10 degli Stati Uniti.
Laine e Warwick lasciarono la band alla fine del 1966 (Laine poi farà parte dei Wings di Paul McCartney), sostituiti dal chitarrista
Justin Hayward e dal bassista John Lodge. Con questa formazione furono uno dei gruppi di maggior successo del periodo fino al 1972 anno in cui sospesero temporaneamente l’attività. Ritornarono sulle scene nel 1977 con una produzione che non aveva più niente da dire ma molto remunerativa. Sono stati una delle band più longeve della storia con oltre 70 milioni di dischi venduti. Si sciolsero definitivamente del 2018

Discografia 1967-72

 

Days of Future Passed (1967)

Alla fine del 1967 la loro etichetta, la Deram, offrì alla nuova formazione dei Moody Blues la possibilità di registrare un LP stereo che combinasse la loro musica con intermezzi orchestrali. La band inizialmente aveva pensato di realizzare una versione rock della ‘Sinfonia del Nuovo Mondo’ di Dvorak. Realizzarono invece il rivoluzionario album Days of Future Passed, una pietra miliare nella produzione di rock sinfonico che utilizzava un'intera orchestra, ed ebbe un immediato riscontro con il grande successo ‘Nights in White Satin’.

Da alcuni è considerato il primo album della storia del progressive; narra lo scorrere del giorno ed è sia il primo concept-album che il primo disco ad unire il rock con una orchestra sinfonica.


Di "Nights in white Satin" si parla nell'articolo 'Cover or not Cover. This is the question.' >>>> link

 
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  Nights in White Satin


In Search of the Lost Chord (1968)

Per questo album la band creò il proprio stile ‘sinfonico’ dando spazio al mellotron potenziato dall’uso di strumenti classici come clavicembalo e violoncello. Le canzoni sono un'eccellente esempio di psichedelia della fine degli anni '60 che trattava i temi preferiti dell'epoca: coscienza superiore, viaggi nello spazio, spiritualità e filosofia, con testi su Timothy Leary e il canto di "Om". Un bel disco, dagli arrangiamenti eleganti e dalle incursioni orientaleggianti, con tabla e sitar. Due grandi successi con le canzoni ‘Ride My See-Saw’ e ‘Voices in the Sky’.

Di questo disco si parla anche nell'articolo 'Alla ricerca dell'Armonia' >>>> link ed in 'Rock e Fantascienza' >>> Link

 
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  Ride My See-Saw


On the Threshold of a Dream (1969)

In questo disco la band perfeziona il proprio stile lavorando molto in studio ed utilizzando più mellotron e meno orchestra. Questa volta la trama concept tende più al fantascientifico che all’esotico anche con un vago riferimento narrativo ad Hal, il computer di 2001 Odissea nello spazio.

Da notare che a partire dal questo album l'illustrazione della copertina anteriore si espanse per includere la copertina posteriore, consentendo, una volta aperta, la vista come di una grande tela. La copertina di questo album contiene frammenti di immagini a cui si fa riferimento nella canzone Are You Sitting Comfortably? – una flotta di galeoni dorati su un mare cristallino, Merlino che lancia un incantesimo e Camelot.

 
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  Never Comes The Day


To Our Children's Children's Children (1969)

E’ il primo album della band con la nuova etichetta “Threshold” da loro fondata.

Il suono melodico e orchestrato dei Moody Blues raggiunge il suo apice con questo concept album sull'invecchiamento e sui viaggi nello spazio e contiene alcune delle loro migliori canzoni.

Riguardo la copertina Graeme Edge disse: "L'idea alla base dell'album era immaginare che il disco fosse stato messo sotto una prima pietra e non sarebbe stato rimosso per un paio di centinaia di anni."

Interessante anche la fotografia contenuta nella copertina interna. Justin Hayward: “Siamo stati raffigurati riuniti attorno a un fuoco in una grotta con solo strumenti musicali e un registratore e fuori non c'era nulla. Non so dove fossimo, ma stavamo cercando di proiettare il pensiero che eravamo su un pianeta che non era la Terra, da qualche parte che per noi era Utopia”.

 
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  Gypsy


A Question of Balance (1970)

A causa della grande quantità di sovraincisioni nelle registrazioni in studio i loro brani erano diventati molto complessi e quindi impossibili da essere suonato dal vivo. Per questo motivo la band decise di adottare un approccio più semplice con più rock e meno sinfonica.

L’album affronta temi di attualità quali l'ambiente e la guerra.

Questa volta la copertina dell'album si apriva dall'alto verso il basso invece della standard da sinistra a destra. Tra i molti dettagli del dipinto uno richiese una modifica. Infatti nella prima versione Travers aveva inserito l'esploratore britannico Blashford Snell che indossava un elmo e puntava una pistola contro un elefante. Snell chiese alla Decca l'immediata rimozione di quell'immagine, così Travers dovette sostituire il suo ritratto con una persona immaginaria, senza casco.

 
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  Question


Every Good Boy Deserves Favour (1971)

Il titolo dell’album deriva dal modo semplice che gli studenti di pianoforte utilizzano per ricordare le note musicali che formano le linee della chiave di violino: l’acronimo EGBDF (Every Good Boy Deserves Favour).

Probabilmente l’album più maturo della band con meno mellotron e più sintetizzatore, la summa del loro stile in cui la musica a volte suona come una poesia sinfonica classica.

I Moody Blus sono all’apice del loro successo, come confermano i risultati di vendita : 1° in Inghilterra e 2° negli USA.

 
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  The Story In Your Eyes


Seventh Sojourn (1972)

Il titolo ha un significato più profondo. John Lodge ricorda: “Involontariamente, abbiamo richiamato il tempo su noi stessi tramite il titolo Seventh Sojourn. Secondo la Bibbia, riposerai il settimo giorno. La parola Soggiorno significa fermare. Avevamo bisogno di fuggire dal nostro bozzolo, uscire e incontrare ancora una volta la gente comune per riportare le nostre vite a qualcosa di più riconoscibile come normalità”.

In questo album viene utilizzato un nuovo strumento, il Chamberlin. Sviluppato in America alla fine degli anni '40, era considerato un precursore del mellotron e seppur funzionando secondo lo stesso principio aveva suoni di qualità molto migliore: ottimi ottoni, archi, violoncello e così via.

L’album, probabilmente a causa dello stress derivante dall’eccessivo successo patisce di mancanza d’ispirazione e consistenza ‘progressive’. Infatti il gruppo si scioglie poco dopo rimanendo inattivo fino al 1977.

E’ la fine di un'era per la band, per la sua musica ed anche per le originali copertine di Travers.

Per la copertina Phil Travers questa volta ha cambiato stile, tendendo ad uno stile surreale.

 
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  New Horizons


Phil Travers

In rete si trovano pochissime notizie su Travers. A fine anni’60 trascorse due anni alla Decca, lavorando sulle copertine degli album, per poi trovare lavoro in un ufficio di design a Wimbledon. Un suo conoscente alla Decca gli disse che al manager dei Moody Blues era piaciuta una sua illustrazione e voleva fargli incontrare la band per la realizzazione della copertina del loro nuovo album (1968). Si incontrarono in un pub di Londra e da qual momento iniziò la loro collaborazione.

L'artista ha così raccontato del processo di creazione della copertina dell'album: “Al primo incontro ascoltavamo insieme la colonna sonora e discutevamo i temi e le idee dietro l'album. Poi era compito mio produrre una bozza che veniva discussa ulteriormente. Alla fine sarebbe stato raggiunto un consenso e il dipinto sarebbe iniziato sul serio. Il tempo è sempre stato essenziale e molte volte lavoravo tutto il giorno e tutta la notte per rispettare la scadenza del tipografo. Ma devo dire che è stato molto appagante e mi sono divertito moltissimo” .. “È impossibile per me dire quanto tempo ho impiegato per produrre le illustrazioni se non per dire che, nella maggior parte dei casi, ho avuto giorni anziché settimane per completarle e sottoporle all'approvazione. Per quanto riguarda il modo in cui dipingevo, usavo la tempera e un po’ di acquarello, e molto spesso utilizzavo l’aerografo”.


Autore : Giorgio Gotti, Gennaio 2024