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KEITH EMERSON
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Il perfetto connubio fra rock e musica classica |
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KEITH EMERSON - parte prima |
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Indice Articoli |
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Keith Emerson
(1944-2016) è stato un compositore e tastierista inglese che, nel corso della
sua lunga carriera musicale, ha prodotto composizioni per diversi tipi di
ensemble, dal trio rock all'orchestra sinfonica, ma principalmente per
pianoforte, organo e tastiere elettroniche. Nonostante l'eterogeneità di questi
diversi medium, è possibile riconoscere un unico stile compositivo attraverso
tutta la sua produzione, un unico linguaggio musicale, che fa riferimento a
medesimi stilemi ritmici, armonici e melodici. Il suo suicidio, avvenuto a
Santa Monica presso Los Angeles, l'11 marzo del 2016, a causa di una
depressione dovuta ad una malattia alla mano destra, che lo avrebbe privato in
breve tempo della facoltà di suonare, ha defraudato precocemente il mondo del
più importante, talentuoso e geniale tastierista e compositore della storia del
rock. |
Keith Emerson
nasce il 2 novembre 1944 a Todmorden, Lancashire, in Inghilterra. Sua madre si
era rifugiata nell'Inghilterra del nord, per salvarsi nel caso in cui i
tedeschi avessero invaso la costa meridionale durante la seconda guerra
mondiale. All'inizio del 1945, la famiglia tornò a Worthing, nel Sussex, dove
Keith rimase fino a poco più di vent'anni. Suo padre suonava come pianista, a
livello amatoriale, in orchestre da ballo locali, e sua zia gestiva una scuola
di danza. Quando Emerson
divenne più grande, suo padre gli comprò un pianoforte e gli insegnò a suonare
alcuni pezzi facili, che il bambino imparò velocemente. Il padre sperava
che il figlio imparasse a suonare
seriamente e lo mandò a lezione di piano già dall'età di 10 anni. Le sue
insegnanti erano anziane signore del posto e il piccolo Keith non gradiva molto
gli aspetti legati alla disciplina dello studio del pianoforte, ma, in ogni
caso, si dimostrò fin da subito un allievo talentuoso. Da adolescente, Emerson
approfondisce gli studi classici, suonando sia in orchestre da ballo del luogo
che come accompagnatore nella scuola di danza della zia. All'età di 14 anni,
cominciò ad interessarsi al jazz. Fu talmente affascinato da quel tipo di
musica e dai musicisti in voga in quegli anni, in particolare gli organisti
Jimmy Smith e Jack MacDuff, che iniziò a risparmiare per comprarsi il primo
organo. Dopo il liceo,
Emerson lavorava di giorno come cassiere di banca e di sera suonava in diverse
orchestre e formazioni jazz locali. Dopo quasi tre anni in banca, venne
licenziato (probabilmente per il suo cronico ritardo e per il suo disinteresse
per la professione bancaria) e così colse l'opportunità di diventare un
musicista a tempo pieno. Nel 1964, si unisce ad una band rhythm and blues,
chiamata 'Gary Farr and the T-bones', che era di casa al Marquee Club a Londra,
uno dei più importanti music club inglesi dell'epoca, e dove suonava anche il
bassista Lee Jackson, futuro componente dei Nice. Suona anche per un breve
periodo nei V.I.P.'s, che successivamente cambieranno nome in Spooky Tooth,
riscuotendo un discreto successo. A
partire dal 1967, con The Nice, e soprattutto dal 1970, con Emerson,
Lake & Palmer, la carriera di Keith Emerson decollò definitivamente,
raggiungendo anche momenti di enorme successo popolare, come nel caso del brano
'Honky Tonk Train Blues', vera e propria hit, derivata da uno standard
boogie-woogie degli anni 20, che, anche in Italia, raggiunse la vetta delle
classifiche di vendita nel 1977, quando fu utilizzata come sigla del programma
televisivo 'Odeon'. |
Nella
musica di Keith Emerson, è possibile trovare suggestioni eterogenee, derivate
dalla sua formazione pianistica. A partire dal jazz, che influenza tutta la sua
opera, non solo nei momenti prettamente jazzistici, come avviene, ad esempio,
nei Nice, la cui performance, in certi brani, si può equiparare a quella di un
classico trio jazz piano/organo-basso-batteria. A richiamare una certa
impostazione jazzistica, pure nei brani più rock, contribuisce l'utilizzo
frequente di certe figure armoniche e ritmiche tipiche del jazz, come gli
accordi aperti e i tempi dispari sincopati, anche usati in forma di 'ostinato'
come accompagnamento con la mano sinistra. Da non dimenticare, il suo
pionieristico e magistrale utilizzo degli strumenti elettronici, in particolare
del sintetizzatore moog, che fino al 1970 era considerato uno strumento
sperimentale e di difficile utilizzo e che Emerson contribuì a rendere mainstream,
soprattutto per quel che riguarda il progressive rock, che trasse dalle
tastiere elettroniche (organo, mellotron e moog) la linfa vitale per la propria
volontà e necessità di innovazione. Ma principalmente, nel corso di tutta la sua vita e carriera musicale, Keith Emerson ha ricercato un connubio, tutto personale, con la musica classica: non che mancassero, fra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70, esperimenti di rock band che coinvolgevano orchestre sinfoniche in modo strutturale, e non solo come semplice accompagnamento. Ricordiamo fra tutti, i Deep Purple con il loro album 'Concerto for Group and Orchestra', inciso nel 1969, con la Royal Philharmonic Orchestra, oppure i Pink Floyd, che con 'Atom Heart Mother' del 1971, spingevano il concetto di rock sinfonico verso nuovi orizzonti |
Ma, nel caso di
Emerson, non si tratta di episodi isolati, come quelli che abbiamo indicato:
tutta la sua produzione, nei Nice e negli EL&P, è costellata di citazioni,
rivisitazioni, arrangiamenti di brani di musica classica e sinfonica, più o
meno famosi, comunque tutti di alto livello compositivo e di notevole
difficoltà tecnica. Nel repertorio dei Nice troviamo Bach, Sibelius,
Tchaikovsky, oltre a composizioni non propriamente classiche (ma ...
classicamente popolari), come 'America' di Leonard Bernstein, tratta dalla
colonna sonora di 'West Side Story'. Nel repertorio
di EL&P, fanno spicco, fra gli altri, Bartok, Bach, Janacek, Copland,
Ginastera. Per non parlare dei 'Quadri di una esposizione' di Mussorgsky, a cui
è stato dedicato tutto l'album 'Pictures at an Exhibition'. Non mancano
composizioni originali di Emerson, strutturate secondo stilemi classici
sinfonici, come i primi tre movimenti della 'Five Bridges Suite', presente in
'Five Bridges' dei Nice oppure il 'Piano Concerto N.1' per pianoforte e
orchestra, presente in 'Works Vol.I', che si collocano entrambe a metà strada
fra Bela Bartok e George Gershwin. Comunque, nel
caso dei brani classici rivisitati, non si tratta mai di inserti forzatamente
incastrati nel tessuto musicale o di banali citazioni fuori contesto: anzi, si
può dire che essi acquistino una nuova vita, a seguito del nuovo adattamento,
in chiave rock e jazz, che crea un perfetto connubio fra queste tre forme
musicali. |
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Autore : Stefano Sorrentino, dicembre/2023 |
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