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Do Androids Dream of Electric Sheep? |
Philip K. Dick |
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BLADE RUNNER - parte seconda |
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Indice Articoli |
Premessa Da giovane sono stato
un lettore accanito. Leggevo di tutto: fumetti, romanzi, gialli, fantascienza.
In quegli anni la grande casa editrice Mondadori aveva diverse collane. Per “I
Gialli Mondadori” seguivo i racconti aventi per protagonista Nero Wolfe, di Rex
Stout. Sarei poi passato a quello che rimane tutt’ora il mio preferito, Philip
Marlowe di Raymond Chandler. Sto divagando. L’altra collana di
Mondadori era la mitica “Urania” ad uscite settimanali (!). Libricini da
divorare in un paio di giorni, poco impegnativi ed a volte anche interessanti.
Era la fantascienza “classica” che arrivava da noi in Italia con qualche
decennio di ritardo. Tra la molta “robaccia” c’erano tuttavia alcuni autori di
caratura, Asimov su tutti. Qualche anno dopo, passato il periodo delle letture
“sveltine” e forse aumentando l’età (o maturità), cercando letture più
interessanti mi imbattei nei romanzi di Dick. Fu amore a prima lettura e come
faccio con le mie grandi passioni, mi procurai nel tempo tutta la sua
produzione letteraria. |
Breve biografia Philip K. Dick, all'anagrafe Philip
Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre
1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982). Vita molto burrascosa con molteplici matrimoni (6) falliti e dipendenza
da droghe. Fin dai primi anni cinquanta assunse anfetamina, prescrittagli
dallo psichiatra per curare una lieve forma di schizofrenia e gli stati
depressivi di cui soffriva occasionalmente. Dick sviluppò una tossicodipendenza
dalla sostanza, la cui assunzione lo aiutava anche a sostenere altissimi ritmi
produttivi nella scrittura. Ebbe anche un periodo in cui utilizzò lsd e
mescalina. Nel 1974 Dick incominciò a sentire voci ed avere visioni in sogno e da
sveglio che lo convinsero di vivere esperienze mistiche ed essere in
comunicazione con un'entità superiore. Quando anche l’ultima moglie lo abbandonò
nel 1977 fu ricoverato dopo un tentativo (mal riuscito) di suicidio, e nel periodo
di degenza giunse alla conclusione che la presenza che lo aveva sempre
accompagnato nella sua travagliata esistenza era Jane, la sorella mai morta. Si spense a 53 anni il 2 marzo 1982, proprio quando i diritti
delle sue opere cominciavano finalmente a dargli una certa sicurezza economica
ed a poche settimane dall'uscita del film Blade Runner, che quindi non
poté vederle completato, anche se riuscì a visitarne il set. Personalità dunque molto
complessa, si direbbe oggi border-line. Aveva una sorella gemella morta dopo
pochi giorni causa intolleranza al latte materno, forse sottovalutata dalla
madre. Questo fatto lo segnerà per sempre, tanto da voler essere sepolto accanto a lei, in una tomba
doppia. Per comprendere appieno la sua psiche basti pensare che si era
convinto di essere solo il sogno della sorella morta. |
Il libro Per quel che riguarda questo articolo mi limiterò a parlare
del romanzo che ha ispirato Blade Runner, “Do Androids Dream of Electric Sheep?” libro
scritto nel 1968. Già solo il titolo è un capolavoro. “Ma gli androidi sognano
pecore elettriche?” che come da italica ignoranza fu tradotto in “Il
cacciatore di androidi”. La trama del libro è diversa da quella del film. La storia si svolge nel 1992, anno in cui la
Terra è stata stravolta da una guerra nucleare che
l'ha ridotta a un desolato pianeta nel quale gran parte degli esseri umani
sono migrati nelle colonie extramondo e
la quasi totalità delle specie animali si sono estinte. Rick Deckard è un cacciatore
di taglie che vive con sua moglie Iran a San
Francisco. Non è il
detective duro e solitario stile Marlowe ma un uomo sposato con una
moglie depressa, che deve portare a casa lo stipendio, un personaggio molto più
grigio, triste. La moglie lo tormenta perché possiede
una pecora robotica malfunzionante e non
l’oggetto simbolo del ceto sociale ricco: un’animale vero. Quando finalmente
le procurerà grazie ai soldi delle taglie una capra vera, Rachael, una androide
con cui ha una triste storia d’amore, va a casa sua e gliela uccide. Pellicola e romanzo si differenziano inoltre per il carattere
problematico del film rispetto alla natura degli androidi: laddove nella
pellicola si è portati quasi a solidarizzare nei confronti degli esseri
artificiali, nel libro essi appaiono freddi, calcolatori e del tutto privi di
qualsiasi sentimento. La triste morale del romanzo è che non sono gli androidi
ad assomigliare agli uomini, ma gli uomini ad assomigliare agli androidi. |
L’Opera Dick è considerato uno dei più grandi
scrittori americani, venendo rivalutato da scrittore di fantascienza ad importante autore
postmoderno,
precursore della corrente artistico-letteraria dell'Avantpop. Sono diversi i temi ricorrenti nelle visionarie storie di
Dick, per molti aspetti antesignane delle atmosfere tipiche del cyberpunk. Sarebbe
molto lungo parlarne per cui invito
il lettore interessato ad approfondire in internet. |
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Il cinema |
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Infine per la Televisione |
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Un ultima considerazione, forse banale. Vi siete mai chiesti perché Google abbia un sistema operativo che si chiama Android e perché la sua linea di dispositivi mobili si chiami Nexus? |
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Autore : Giorgio Gotti, novembre/2023 |
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