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GURU GURU
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UFO |
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Premessa. |
La Band |
Formati nel
1968 dal percussionista svizzero Marcus “Mani” Naumeier (che aveva suonato con
i musicisti jazz Irene Schweizer and the Globe Unity Orchestra), dal bassista
Uli Trepte e da Ax Gernich, il primo chitarrista degli Agitation Free , la Guru Guru Groove band (poi rinominata più brevemente Guru
Guru) è un’istituzione tra le formazioni tedesche in quanto nonostante gli
innumerevoli cambi di formazione (unico punto fisso Naumeier) e più di mezzo
secolo alle spalle, oggi sono più vivi e attivi che mai, esibendosi ogni anno ancora
in molti spettacoli dal vivo e realizzando ancora album (oltre 40 titoli
complessivi), l’ultimo giusto nel 2023. |
Tra la fine degli anni '60 e all'inizio
degli anni '70 erano una band politicamente orientata a sinistra. Organizzavano concerti insieme
all'Unione socialista studentesca tedesca, leggevano testi politici tra le canzoni e sporadicamente
tenevano concerti nelle carceri. I loro spettacoli erano stravaganti e
anarchici, alcuni musicisti vivevano insieme in una comune nella regione
tedesca dell'Odenwald. Mani Neumeier è uno degli organizzatori dell'annuale Krautrock-Festival a Finkenbach. |
Il Disco |
Tracce |
A1 - Stone In (05:46) A2 - Girl Call (06:21) A3 - Next Time See You At The Dalai Lhama (06:03) B1 – Ufo (10:25)
B2 - Der LSD-Marsch (08:31) |
Crediti |
Uli Trepte - Bass, Electronics [Amplifier, Microphone, Transistor Radio, Mixer, Intercom], Tape Mani Neumeier - Drums, Percussion, Electronic Drums [Elektrische Trommeln], Cymbal, Gong, Voice, Electronics [Contact Microphone], Tape
Ax Genrich
- Guitar, Effects [Echo Unit, Pedals] |
Il giudizio più azzeccato sulla musica di
questo loro album d’esordio è quello di Julian Cope che nel suo celebre libro “Krautrocksampler” scrive “Roba che desintonizza la testa”. La formazione è il
classico trio alla Cream o alla Jimi Hendrix Experience, gruppo del quale trae
chiara ispirazione. Infatti l’album Ufo ricorda moltissimo le jam live di
Hendrix con lunghi e assordanti rumori prodotti dalla sua chitarra. L’album non è composto
da canzoni, ma da cinque jam strumentali suonate sotto l’effetto di potenti
allucinogeni cui probabilmente sono stati dati titoli a posteriori.
I brani sono intrisi di
atmosfere lisergiche e psichedeliche frutto di improvvisazione,
sperimentazione e potenza sonora. Non ci sono melodie, ma qualche riff
occasionale che fa capolino di tanto in tanto. Le voci sono solo strani
mormorii qua e là, come Mani che urla "Oh Yeah!" da dietro la
batteria (probabilmente è l'acido che entra in azione).
E’ un ascolto difficile, ostico
da digerire, certamente non da ascolti frequenti. Se volessi che mia moglie chieda
il divorzio basterebbe proporlo un paio di volte ad alto volume. Per
comprenderlo è necessario contestualizzarlo (ohibò che brutta parola). Questo vivido
documento della prima scena prog rock tedesca è stato realizzato nel 1970 e per
questo è considerato storicamente e musicalmente
importante e influente.
Il primo brano “Stone In” rappresenta alla perfezione lo
stile della band del primo periodo (il migliore).
"Girl Call" inizia
in modo più limitato, sviluppandosi gradualmente fino a un climax alla Hendrix
che sembra infiammare l'atmosfera. Il brusco finale è seguito dall’esplosiva
"Next Time See You at the Dalai Lhama", che è il pezzo
più metallico dell'album.
La title track “Ufo” è un brano cupo, inqietante. Ascoltandola
mi sono ritrovato all’interno di un’astronave aliena dove questi non sono propriamente
amichevoli e dove nulla è comprensibile alla mente umana.
La conclusiva “Der LSD-Marsch”,
documenta l’uso degli allucinogeni ed
è un
viaggio psichedelico e allucinogeno
tra distorsioni, precursore del noise che riprenderanno quindici anni dopo i
Sonic Youth. |
Proposte di Ascolto (clic the pic) |
UFO (full album) |
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Autore : Giorgio Gotti, Luglio 2024 |