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GURU GURU

UFO


Premessa.
Questa volta le ricerche del Dr. Livingston(e) nelle terre dei terribili Krautofagi hanno dato un risultato molto controverso. La prima volta che ho ascoltato questo disco non sono riuscito ad arrivarci in fondo. La seconda volta mi è venuto spontaneo pensare alla celeberrima frase del Rag. Fantozzi riguardo la “corazzata Potëmkin”. Ma l’ascolto della musica che non si conosce è a volte fatto di pazienza, di ripetuti ascolti, di revisione dei primi sommari giudizi. Dopo alcuni ascolti mi è venuto spontaneo associare il disco in questione ad un libro, “Alle Montagne della follia” di H.P. Lovercraft. Libro con alcuni passaggi straordinari, con intuizioni geniali ma che per la sua struttura narrativa con interminabili e ripetitive fino alla paranoia descrizioni specialmente di paesaggi sono riuscito a leggere solo a piccole dosi.

La Band

Formati nel 1968 dal percussionista svizzero Marcus “Mani” Naumeier (che aveva suonato con i musicisti jazz Irene Schweizer and the Globe Unity Orchestra), dal bassista Uli Trepte e da Ax Gernich, il primo chitarrista degli Agitation Free , la Guru Guru Groove band (poi rinominata più brevemente Guru Guru) è un’istituzione tra le formazioni tedesche in quanto nonostante gli innumerevoli cambi di formazione (unico punto fisso Naumeier) e più di mezzo secolo alle spalle, oggi sono più vivi e attivi che mai, esibendosi ogni anno ancora in molti spettacoli dal vivo e realizzando ancora album (oltre 40 titoli complessivi), l’ultimo giusto nel 2023.

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Tra la fine degli anni '60 e all'inizio degli anni '70 erano una band politicamente orientata a sinistra. Organizzavano concerti insieme all'Unione socialista studentesca tedesca, leggevano testi politici tra le canzoni e sporadicamente tenevano concerti nelle carceri. I loro spettacoli erano stravaganti e anarchici, alcuni musicisti vivevano insieme in una comune nella regione tedesca dell'Odenwald.
Mani Neumeier è uno degli organizzatori dell'annuale Krautrock-Festival a 
Finkenbach.
Il Disco
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Tracce

Crediti
A1 Stone In 05:46
Uli Trepte - Bass, Electronics [Amplifier, Microphone, 
A2 Girl Call 06:21
 Transistor Radio, Mixer, Intercom], Tape
A3 Next Time See You At The Dalai Lhama 06:03
Mani Neumeier - Drums, Percussion, Electronic Drums 
B1 Ufo 10:25
 [Elektrische Trommeln],  Cymbal, Gong, Voice, 
B2 Der LSD-Marsch 08:31
 Electronics [Contact Microphone], Tape 




Ax Genrich - Guitar, Effects [Echo Unit, Pedals]

Il giudizio più azzeccato sulla musica di questo loro album d’esordio è quello di Julian Cope che nel suo celebre libro “Krautrocksampler  scrive “Roba che desintonizza la testa”.

La formazione è il classico trio alla Cream o alla Jimi Hendrix Experience, gruppo del quale trae chiara ispirazione. Infatti l’album Ufo ricorda moltissimo le jam live di Hendrix con lunghi e assordanti rumori prodotti dalla sua chitarra.

L’album non è composto da canzoni, ma da cinque jam strumentali suonate sotto l’effetto di potenti allucinogeni cui probabilmente sono stati dati titoli a posteriori. I brani sono intrisi di atmosfere lisergiche e psichedeliche frutto di improvvisazione, sperimentazione e potenza sonora. Non ci sono melodie, ma qualche riff occasionale che fa capolino di tanto in tanto. Le voci sono solo strani mormorii qua e là, come Mani che urla "Oh Yeah!" da dietro la batteria (probabilmente è l'acido che entra in azione).

E’ un ascolto difficile, ostico da digerire, certamente non da ascolti frequenti. Se volessi che mia moglie chieda il divorzio basterebbe proporlo un paio di volte ad alto volume. Per comprenderlo è necessario contestualizzarlo (ohibò che brutta parola). Questo vivido documento della prima scena prog rock tedesca è stato realizzato nel 1970 e per questo è considerato storicamente e musicalmente importante e influente.

 

Guru-5.jpgIl primo brano “Stone In” rappresenta alla perfezione lo stile della band del primo periodo (il migliore).

"Girl Call" inizia in modo più limitato, sviluppandosi gradualmente fino a un climax alla Hendrix che sembra infiammare l'atmosfera. Il brusco finale è seguito dall’esplosiva "Next Time See You at the Dalai Lhama", che è il pezzo più metallico dell'album.

La title track “Ufo” è un brano cupo, inqietante. Ascoltandola mi sono ritrovato all’interno di un’astronave aliena dove questi non sono propriamente amichevoli e dove nulla è comprensibile alla mente umana.  

La conclusiva “Der LSD-Marsch”, documenta l’uso degli allucinogeni ed è un viaggio psichedelico e allucinogeno tra distorsioni, precursore del noise che riprenderanno quindici anni dopo i Sonic Youth.


Proposte di Ascolto (clic the pic)

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 UFO (full album)


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Autore : Giorgio Gotti, Luglio 2024