|
BRAINTICKET |
CELESTIAL OCEAN (1973) |
|
QUANDO IL PROG ERA BELGA-SVIZZERO-TEDESCO-ITALIANO |
Il polistrumentista belga Joel Vandroogenbroeck (Bruxelles,
Belgio 25/08/1938 – Arlesheim, Svizzera 23/12/2019) fondò i Brainticket a
Basilea, in Svizzera, nel 1968. Formatosi precocemente fin da ragazzo su
esperienze jazz, Joel coinvolse altri musicisti svizzeri e tedeschi della scena
jazz per formare una band internazionale che avrebbe attinto ad una vasta gamma
di influenze, facendosi attrarre in particolare dalla nascente e fertile
corrente del progressive rock tedesco (più tardi denominato 'Krautrock'). Per
descrivere lo spirito di una delle più oscure band dei primi anni settanta, lo
stesso Joel Vandroogenbroeck più tardi avrebbe dichiarato: “E' stata una
costante crescita musicale. Il concetto era piuttosto come un luogo, una
visione, un'esperienza in se stessi, un viaggio e un'avventura nella propria
mente. Queste idee ci hanno ispirato a lavorare insieme.” |
Prima dell'album di debutto dei Brainticket
“Cottonwoodhill” del 1971, Vandroogenbroeck, insieme a Carole Muriel, all'epoca
sua fidanzata, che entrerà poi nella formazione dei Brainticket, partecipò come
autore e strumentista a “Magic Theatre” dei Drum Circus, un disco che, mettendo
insieme rock psichedelico e jazz, cominciava ad avvicinarsi all'universo del
progressive e del krautrock. A
questo disco, in cui Vandroogenbroeck suona flauto e sitar, collabora, con
alcune liriche, anche Timothy Leary, all'epoca esule in Svizzera. Questo album
ha la curiosa particolarità di essere rimasto inedito fino al 2003, perché la
casa discografica dell'epoca non sapeva cosa farsene di un album così strano. |
Il 1971 fu un anno cruciale
per i Brainticket: l'uscita del loro disco di esordio “Cottonwoodhill” non ebbe
il successo sperato, anche se in anni recenti verrà osannato come uno dei
migliori dischi europei di rock psichedelico. Il disco è principalmente
incentrato sulla suite 'Brainticket' (suddivisa in tre tracce) che dura in
totale circa 26 minuti, costruita su un riff ripetitivo di organo e batteria
che fa da base per tutta una serie di sperimentazioni di effetti sonori e
vocali, nello spirito di gruppi come Can e Faust, un genere piuttosto dirompente
per quegli anni. Secondo le intenzioni degli autori, il brano racconta
l'esperienza surreale di un viaggio con LSD, con i suoi momenti di estasi, di
confusione e di euforia erotica. Nelle note di copertina erano presenti alcuni
avvisi: “Dopo aver ascoltato questo disco, i vostri amici potrebbero non
riconoscervi più.” e “Ascoltatelo solo una volta al giorno. Il vostro cervello
potrebbe subire danni!”, seguito dalla nota che la casa di produzione non si
assumeva alcuna responsabilità. A causa dello spirito lisergico che aleggiava
in tutti i brani, ben supportato dalle suddette note di copertina, molti paesi
europei arrivarono a bandire l'album dai canali di distribuzione, e questo
ovviamente influì in modo negativo sulle vendite. Una curiosità: si narra che la
casa discografica scambiò il nome dell'album con il nome della band, infatti la
band avrebbe dovuto chiamarsi “Cottonwoodhill” e l'album “Brain Ticket”. I
membri della band ne presero semplicemente atto e proseguirono la loro carriera come “Brainticket”. |
Dopo questo disco, la
formazione iniziale dei Brainticket si sciolse e Vandroogenbroeck decise di
trasferirsi in Italia nel tentativo di dare una svolta alla sua carriera
musicale. Entrò in contatto con molti nomi influenti del panorama discografico
italiano e iniziò l'attività di session man presso la RCA. Nel frattempo,
ricostituì il gruppo, ingaggiando nuovi membri fra cui la statunitense
fidanzata vocalist e polistrumentista Carole Muriel e il batterista Barney
Palm, che faranno parte della formazione che produrrà i due album seguenti
“Psychonaut” del 1971 e “Celestial Ocean” del 1973. Con questa formazione, i
Brainticket parteciparono al secondo Caracalla Pop Festival di Roma. |
La sua intensa attività di
session man portò Vandroogenbroeck ad essere molto conosciuto e stimato in
Italia nell'ambiente degli studi di registrazione (fra l'altro, era uno dei
pochissimi musicisti in Italia a saper suonare strumenti esotici, come il
sitar). Si ricorda una sua importante collaborazione nel 1972 come tastierista
nell'album 'Mu' di Riccardo Cocciante (che a quei tempi si faceva chiamare
Richard e che con questo mistico concept-album, seguendo le mode del momento,
intendeva approcciare il progressive rock sinfonico). Grazie a queste attività,
Joel riuscì ben presto ad ottenere un contratto con la RCA per l'incisione di
'Celestial Ocean'. |
Le registrazioni si svolsero
negli studi di Roma dell'RCA nel periodo agosto/settembre del 1972 con la
produzione di Gianni Grandis. Il gruppo era formato da soli tre elementi:
Joel Vandroogenbroeck, tastiere,
chitarre, sintetizzatori, flauto e voci; Barney Palm, percussioni, voci e tabla;
Carole Muriel, voci, cetra, sintetizzatori e generatori. Il concetto mistico alla base dell'album
era ispirato dal Libro dei Morti degli antichi Egizi. Il produttore Gianni
Grandis racconta che la suggestione era così forte che, durante le fasi della registrazione
del disco, quando passavano nei corridoi della RCA la gente toccava ferro
(...per non dire altro). In questo album, i Brainticket
imboccano decisamente la strada del progressive, con una vasta gamma di
influenze mistiche, sottolineate dall'uso di strumenti etnici insieme a suoni
basati sull'elettronica più spinta. Si tratta di un'unica suite, suddivisa in
otto tracce, il cui ascolto lascia il segno per le sue atmosfere, che si
alternano fra ritmi energici e passaggi evanescenti di flauto e voce recitata,
con gli arpeggi della cetra e del sitar che compaiono spesso sullo sfondo. I
sintetizzatori giocano un ruolo fondamentale, come giustamente ci si aspetta da
un disco prog di quegli anni. Le voci, quasi sempre recitate
e ricche di effetti eco e riverberi, creano un tappeto sonoro molto
affascinante che caratterizza l'album rispetto a omologhi più famosi dello
stesso periodo (uno per tutti, “In den Garten Pharaos” dei Popol Vuh, che si
basa sullo stesso concept e su strumentazione analoga). Un album che rappresenta un
caso a sé nel panorama del progressive dei primi anni 70, talmente innovativo
che, durante la sua presentazione da parte dello staff italiano ai top manager
mondiali della RCA, dopo due minuti dall'inizio dell'ascolto, vi furono applausi
e standing ovation da parte di tutti i presenti, che dichiararono
entusiasticamente di non aver mai ascoltato nulla di simile. Purtroppo l'RCA italiana non
credette fino in fondo alle potenzialità della band e di questa sua produzione,
e, visto che il numero delle vendite del disco rimase al di sotto delle
aspettative, decise di rescindere il contratto. In questo contesto
mistico-psichedelico, anche le copertine degli album assumono la loro
importanza. La grafica dei primi tre album è accattivante e sempre in linea con
il contenuto musicale: la grafica della copertina di “Cottonwoodhill” fu
realizzata dall'artista svizzero Elso Schiavo e riporta una fotografia-collage
di Heinz Walti, fotografo tedesco, che ben rappresenta il contenuto lisergico
dell'album. “Psychonaut” ha in copertina
una bellissima opera a matita dell'artista romano Umberto Santucci che, con
tecnica surrealista, ritrae il cervello umano come origine della complessità
della vita. Per “Celestial Ocean” il
leader del gruppo Joel Vandroogenbroeck si dimostra artista a tutto
tondo progettando e realizzando integralmente la grafica della copertina.
All'esterno un disegno, metà a colori e metà in bianco e nero, tutto incentrato
sulla simbologia degli antichi Egizi (barca funeraria, piramide, sole, uccelli
sacri). All'interno una vecchia foto che rappresenta un antico strumento
musicale, probabilmente una cetra. E come allegato, nelle prime edizioni, si
poteva trovare, in formato di poster, un atlante, disegnato a china e/o matita,
che consentiva di seguire il percorso musicale, come su una mappa, dal primo
all'ultimo brano. |
Nota: la documentazione
fotografica, disponibile in rete, sulla band e sui suoi componenti è quasi
inesistente, per cui … dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo trovato. |
Proposte di Ascolto (clic the pic) |
|
Egyptian Kings (dall'album 'Celestial Ocean' del 1973) |
|
Places of Light (dall'album 'Cottonwoodhill' del 1971) |
<<<< back to Drum Circus |
|
Autore : Stefano Sorrentino, Settembre 2023 |