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APRHODITE'S CHILD -  666

Il capolavoro dimenticato


Brevi note biografiche
ap1r.jpgGli Aphrodite’d Child si formarono in Grecia alla fine degli anni ’60 e comprendevano Vangelis Papathanassiou, Demis  Roussos,  Loukas Sideras e Anargyros Koulouris. In quel periodo in Grecia c’era la dittatura dei Colonnelli: Per questo motivo e per cercare fortuna, nel 1968 decisero di trasferirsi a Londra. Koulouris dovette rimanere in patria per assolvere gli obblighi di leva. L'aereo faceva scalo a Parigi, e i tre vennero bloccati nella capitale francese per delle irregolarità nel visto dei passaporti. A Parigi furono notati dal produttore francese Pierre Sberro ed ottennero un'audizione presso la casa discografica Mercury Records. Sberro propose loro di adattare in chiave pop il celebre Canone in re maggiore dell’Abate Johann Pachelbel, compositore tedesco del Seicento. Il risultato fu  Rain and Tears, che, pubblicato proprio nei giorni del Maggio francese, divenne nei mesi successivi un grande successo mondiale di vendite. Ne seguirono altri : End of the World, I Want To Live, Let Me Love Let Me Live,  It's Five O'Clock, Air e Funky Mary, Spring Summer Winter and Fall. La formula del successo era soprattutto nelle sonorità quasi da chiesa dell'organo Hammond di Vangelis e nella voce di Roussos con un personale uso del falsetto. Ma, come capita quasi sempre, all'apice del successo iniziarono i problemi interni.

Papathanassiou, che era l’autore di tutte le musiche, si era stancato di scrivere canzoni semplici e di facile presa e voleva passare a composizioni più impegnative. Gli altri componenti invece volevano continuare sulla strada che garantiva grande successo commerciale. Quindi Vangelis si rifiutò di partecipare alle stressanti tournée per dedicarsi alla realizzazione di un album che progettava da parecchio tempo e che aveva come tema centrale il libro dell'Apocalisse di Giovanni. Nel frattempo i rapporti fra i tre si guastarono definitivamente e il gruppo, sul finire del 1971, fu ufficialmente sciolto.


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Genesi del disco
All'inizio degli anni ’70 Vangelis, prendendo spunto da un libro di Costas Ferris, inizia a lavorare ad un album concettuale, basato sulla parte del Nuovo Testamento, L'Apocalisse di San Giovanni.
Concepito da Vangelis e Costas Ferris l’album intitolato 666 (numero che rievoca i contenuti dell'Apocalisse e più in particolare viene riferito al 
demonio) richiese più di un anno per essere completato, e quando finalmente fu pronto per l'uscita, la band si era già sciolta.
vangelis-02.jpgI problemi di produzione dell'album furono numerosi, poiché i membri della band non erano in ottimi rapporti durante le sessioni di registrazione. Inoltre la Mercury, l'etichetta discografica della band, ne bloccò la pubblicazione per i contenuti ritenuti scabrosi ed offensivi. Vangelis rifiutò di piegarsi alla censura e solo dopo diversi mesi la società cedette e acconsentì a pubblicarlo con l’etichetta Vertigo.
Pur essendo un ottimo lavoro purtroppo il pubblico considerava gli Aphrodite's Child un gruppo adatto più a hit di successo che non ad album impegnati, motivo per cui il disco venne di fatto ignorato. Si deve inoltre considerare che venne accusato di contenere derive politiche rivoluzionarie, blasfemia, possessione demoniaca e pornografia.
Il giusto riconoscimento venne soltanto tempo dopo, in pieno periodo progressive.
L’album pubblicato quando il gruppo si era già sciolto e gli artisti avevano già intrapreso carriere soliste, può quindi considerarsi come il primo lavoro da solista di Vangelis, che negli anni a venire avrebbe riscosso grandi successi come compositore di colonne sonore, fra cui Momenti di Gloria (Chariots of Fire) -1981- che gli valse all’esordio, l’Oscar e quella stupenda di Blade Runner -1982. Non ultimo va ricordata la splendida Hymne per la pubblicità della Barilla.


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Il disco

666 è considerato il numero della Bestia, il Demonio.

Sulla copertina sono incise queste parole

 

ANYONE WHO HAS INTELLIGENCE
MAY INTERPRET THE NUMBER OF THE BEAST.
IT IS A MAN'S NUMBER.
THIS NUMBER IS
666
(THE APOCALYPSE OF JOHN, 13/18)

 

Il disco è concepito come una vera e propria opera rock che, nelle quattro sezioni in cui è strutturata, attraverso un’interpretazione del Libro dell’Apocalisse di Giovanni narra dell’Eterna lotta tra il Bene e il Male

Dal punto di vista musicale l’album è molto sperimentale, a volte quasi Zappiano. Si fondono molti stili: rock, folk greco, musica bizantina, free jazz, opera corale, esperimenti rumoristici.

Il testo ha due livelli di lettura, tra loro strettamente connessi. Uno contemporaneo con riflessioni politiche e sociali legate alle tematiche di quegli anni come il rifiuto della guerra, loppressione del sistema, le rivolte giovanili. L’altro più raffinato, più colto, che riguarda i rimandi al Libro dell’Apocalisse filologicamente corretti e interpretati.

Elenco tracce

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Crediti

Arranged and produced by: Vangelis Papathanassiou.
All music composed by: Vangelis Papathanassiou.
Text written by: Costas Ferris (*).
Played by: APHRODITE'S CHILD.
Vangelis Papathanassiou: Organ, piano, flute, percussion, vibes + various others, vocal backing.
Demis Roussos: Bass, vocal backings, lead vocal on "The four horsemen", "Babylon, + Hic et nunc"
Lucas Sideras: Drums, vocal backing, lead vocal on "The Beast" + "Break"
Silver Koulouris: Guitars + percussion. (**)
GUESTS:
Harris Halkitis: Bass, tenor sax, conga drums, backing vocal.
Michel Ripoche: (Courtesy Disques Riviera): Trombone, tenor-sax on "Babylon" + "Hic et nunc".
John Forst: Narration.
Yannis Tsarouchis: Greek text.
Irene Papas (Courtesy Polydor, Italy): Vocal on "(infinity)".
(*)
di cui è doveroso ricordare lo spessore artistico come scrittore e regista
(**) Argyris “Silver” Koulouris - si unisce alla band dopo aver adempiuto al servizio militare in Grecia
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Breve commento ad alcuni brani.
The System > il disco si apre con una dichiarazione di lotta: «Abbiamo ottenuto il sistema per fottere il sistema!». Il testo si ispira all’opuscolo politico Fuck the sistem di Abbie Hoffman, un manuale che predicava la totale libertà in ogni aspetto della vita.
Loud Loud Loud > il tema è sempre la denuncia dell’oppressione. Sullo sfondo della melodia a due accordi di pianoforte suonati da Vangelis si innesta la narrazione di Daniel Koplowitz che descrive il momento in cui il mondo si capovolgerà e «i ragazzi un giorno smetteranno di essere soldati e i soldati che smetteranno di giocare ai giochi di guerra».
The Lamb > pezzo strumentale con accenni di folklore greco
Ofis > è un breve interludio in cui Yiannis Tsarouchis recita un dialogo in greco proveniente da una rappresentazione del teatro delle ombre greco dal titolo Alessandro Magno e il maledetto serpente, metafora del male che si nasconde ovunque.
Seven Trumpets > il pezzo riprende il testo apocalittico, è una narrazione drammatica che serve principalmente ad introdurre il successivo 

Altamont > in cui si ricorda ciò che successe ad Altamont, ad un concerto dei Rolling Stones, durante il quale gli Hell’s Angels, cui era affidato il servizio d’ordine, uccisero uno spettatore

∞ (Infinity) > composto e interpretato da Irene Papas dove, recitando "I was, I am, I am to come", inversione del versetto biblico "Who was, is, is to come" attribuito a Dio, simula un orgasmo. Vangelis ha descritto la traccia come un pezzo che ha «lo scopo di trasmettere il dolore del parto e la gioia del rapporto sessuale». Secondo Costas questo pezzo era quello che meglio poteva dare l’idea di un Apocalisse profana e distruttiva imminente, come un momento di radicale cambiamento e trasformazione del mondo, attraverso una figura femminile che ha in sé il potere procreativo e rigeneratore. Pezzo abbastanza controverso e aspramente criticato.

All The Seats Were Occupied > si svela il concetto di Apocalisse come utopia, come fine di un mondo ingiusto, crudele, oppressivo, affermando «We are the people, the rolling people, the why people, the waiting people, the wanting people, the tambourine people, the alternative people, the angel people…».
Break > è l’ultima canzone, una ballata cantata da Sideras, sostenuta da pianoforte e organo e da alcuni vocalizzi jazz di Vangelis. La canzone termina con un accordo di piano ed è seguita, dopo 6 secondi di silenzio, da un campione di Forst che dice: «Do it!».

Note finali
vangelis-04.jpgPer la presentazione dell’album appena uscito Costas chiese a Salvador Dalì di realizzare una performance a Barcellona. L’artista elaborò uno scritto intitolato ‘666 vs Sagrada Familia, The Barcelona happening’ che prevedeva un’enorme messa in scena surrealista di fronte alla chiesa, con altoparlanti che avrebbero trasmesso il disco. Non doveva risultare visibile al pubblico ma solo una coppia avrebbe avuto il privilegio di osservarla perché la performance, secondo Dalì, doveva essere esclusivamente trasmessa per via orale. Ma questa grande impalcatura scenica non venne mai realizzata.

Per approfondire la storia di  '666'  vi consiglio il link www.vangelislyrics.com

Proposte di Ascolto (clic pic)
 
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Babylon


Loud, Loud, Loud


The Four Horsemen






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Aegian Sea
Hic And Nunc
Full Album


Autore : Giorgio Gotti, 5/12/2020