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PAUL WHITEHEADil rock progressive illustrato |
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Noi di Rockover60 abbiamo
sostenuto in più di un'occasione quanto la copertina sia un elemento
fondamentale di un disco e quanto sia importante nel fornire un supporto di
immagini che integrano l'esperienza dell'ascolto. |
Paul Whitehead, illustratore e pittore inglese, nato a Dartford nel 1945, ha declinato ai massimi livelli questo
concetto, disegnando copertine complesse e immaginifiche per diversi famosi
album, soprattutto del genere progressive degli anni 70: fra i tanti suoi
lavori ricordiamo copertine di album per Genesis, Van der Graaf Generator,
nonché per artisti italiani come Le Orme e Aldo Tagliapietra (bassista e
cantante delle Orme). Nel nostro sito abbiamo già parlato di alcune delle sue copertine, quella dell'album 'Sea Shanties' degli High Tide >>>> link e quella dell'album 'Nursery Cryme' dei Genesis, citato più avanti nell'articolo. |
Passiamo ora ad analizzare alcune delle sue copertine più famose, realizzate per alcuni album di Genesis, Van der Graaf e Peter Hammill |
clicca sull'immagine per scorrere la galleria |
Trespass – Genesis (1970) |
Alla metà degli
anni sessanta, dopo aver realizzato la sua prima cover per un album di Fats
Domino, Paul Whitehead entrò in contatto con il produttore John Anthony e con i
Genesis e gli fu affidato l'incarico di disegnare la copertina dell'album
'Trespass' dandogli completa libertà espressiva. Si narra che Paul, a seguito
di ripetuti tentativi di copertina non andati a buon fine, perse la pazienza
infliggendo un colpo di coltello in una tela. Questa immagine piacque così
tanto alla band da divenire poi la copertina ufficiale. Questo è quanto dice la
leggenda, fatto sta che fu la perfetta rappresentazione di un album che
conteneva al suo interno un brano che sarebbe diventato il trascinante cavallo
di battaglia dei Genesis dal vivo, 'The Knife' ('Il coltello', appunto). La copertina è eseguita con uno stile che ricalca l'arte medievale e gotica, anche nella grafica delle scritte, mentre all'interno è raffigurato un bosco, forse una foresta incantata, il cui fascino viene però infranto dal coltello conficcato nel tronco di un albero. Per i più pignoli, aggiungo che è evidente anche un influsso dei pittori preraffaelliti inglesi della prima metà dell'ottocento, che si ispiravano alla pittura medievale e rinascimentale. |
Nursery Crime – Genesis (1971) |
In
questa copertina il contesto è decisamente vittoriano, in particolare per
l'ambientazione, l'abbigliamento delle figure e gli edifici tipicamente inglesi
che si stagliano sullo sfondo. C'è però un sapore di surrealismo nella
raffigurazione della bambina che gioca a cricket con le teste mozzate dei suoi
coetanei oppure in alcuni particolari come la cameriera che accorre impugnando
un oggetto, forse una frusta, indossando ai piedi una strana specie di pattini
a rotelle oppure nelle strisce parallele che si perdono all'orizzonte e che
richiamano alla mente la pittura di Dalì e De Chirico. |
Foxtrot – Genesis (1972) |
In
questo album, i riferimenti al contenuto dell'album sono ancora più evidenti: è
in pratica una illustrazione del testo delle canzoni. Il
titolo dell'album richiama ovviamente il ballo 'Foxtrot' in voga negli anni 20
del secolo scorso. Ma le immagini fanno riferimento ad una volpe vera e propria
e quindi alla signora che ne indossa una maschera, e che diventerà uno dei
travestimenti adottati da Peter Gabriel nei loro concerti. In particolare, il
testo parla di 'fox on the rocks', cioè
della volpe sul ghiaccio (come il whisky) ed ecco che Whitehead disegna la
volpe su un pezzo di iceberg distaccato. Non mancano ovviamente i bizzarri
partecipanti ad una classica caccia alla volpe secondo la tradizione inglese. |
H to He Who am the Only One – Van der Graaf Generator (1970) |
Nel
progettare la copertina di questo album, vero e proprio punto di partenza del
percorso progressive dei Van der Graaf, Paul Whitehead stabilisce un radicale
cambio di direzione rispetto agli album dei Genesis. E questo ci fa capire
quanto l'artista volesse farsi influenzare dalla musica degli album che si
accingeva a illustrare. |
Pawn Hearts – Van der Graaf Generator (1971) |
Anche
in questa copertina, Paul Whitehead ambienta l'immagine nello spazio: al di
sopra della terra, davanti ad un cielo che si srotola come una pergamena,
fluttuano delle pedine di scacchi, che contengono personaggi storici e di
fantasia di tutte le epoche, a rappresentare la storia dell'uomo dalle sue
origini. Si riconoscono, fra gli altri, John Lennon, Napoleone, uno zar, un
moschettiere. … un alieno. Questa immagine, oltre a fare esplicito riferimento
al titolo dell'album, ('Pawn hearts', 'Cuori di pedine') richiama anche un
verso del testo del primo brano 'Man-Erg' : 'Dictators, sages, refugees'
('Dittatori, saggi, rifugiati'). Si può notare nello stile dell'artista una
netta influenza della pittura surrealista, in particolare di Magritte. |
Fool's Mate – Peter Hammill (1971) |
In
questa copertina, Whitehead riprende, ampliandolo, il tema degli scacchi,
grande passione di Peter Hammill. |
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Autore : Stefano Sorrentino, 30/03/2022 |
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