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SCHMETTERLINGE

Proletenpassion


La storia degli oppressi in versione rock

Qualche anno fa, quando frequentavo ancora i mercatini del disco, un espositore disinvolto mi persuase a comprare un raro disco triplo degli anni 70 di un gruppo tedesco di kraut-rock. Lì per lì, mi sembrò un ottimo acquisto. Dopo, a casa, dopo il primo ascolto e guardandolo meglio, mi convinsi di aver preso una fregatura. Innanzitutto non si trattava di kraut-rock, niente a che vedere con il progressive, sembrava più una noiosissima opera teatrale, e il titolo stesso la classificava come produzione di tipo politico poco fruibile. Ed entrò subito nel dimenticatoio degli acquisti sbagliati.

Ma di sbagliato c'era solo il mio frettoloso giudizio. Di recente, in un momento di revisione della mia raccolta di dischi, mi sono imbattuto in questo box di color rosso mattone, molto sobrio, con all'interno tre vinili, oltre ad un libretto di 16 pagine in bianco e nero, senza inutili fronzoli grafici. E ho deciso di dargli un'altra possibilità. E credo di aver fatto bene.
 
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"Proletenpassion" (“Passione Proletaria”) è un progetto storico-politico-musicale molto complesso e sostanzioso, con cui il collettivo politico tedesco-austriaco Schmetterlinge (Farfalle) ha voluto raccontare la "Storia dei governati" nell'Europa dal XVI al XX secolo, in antitesi alla "Storia dei governanti" a cui fa riferimento di solito la storiografia ufficiale.

Non bisogna fare l'errore di considerarlo solo un'espressione di quell'attivismo politico che imperversava negli anni 70 sui palcoscenici della musica rock di tutto il mondo, in Europa in particolare. Questo progetto è qualcosa di molto più articolato e interessante.

Nelle note contenute nel libretto allegato ai dischi, è il gruppo stesso che ci racconta la genesi e la complessità di un lavoro così ambizioso. 

proleten5.jpgNon eravamo del tutto d'accordo riguardo al titolo PROLETENPASSION. Il progetto risale al 1974, quando abbiamo preso ispirazione musicalmente dalla struttura delle Passioni di J.S. Bach. Alla storia dei “governanti”, che è ancora rappresentata dalla storiografia dominante, si è voluto contrapporre la storia dei “governati”. Il titolo suggerisce un percorso di sofferenza ma in realtà si tratta di una definizione errata. Sebbene vengano descritte anche le sconfitte della classe operaia, la nostra enfasi si incentra sulle vittorie e sulle lezioni che la classe operaia ha imparato da queste sconfitte per prepararsi alle lotte future. Non siamo riusciti a trovare un altro titolo altrettanto accattivante e abbiamo deciso di mantenerlo ma allo stesso tempo di integrarlo con il contenuto della nostra opera. 

Nel 1975 abbiamo iniziato a lavorare su una versione teatrale, che ha debuttato nel maggio 1976 al Festival di Vienna. Da questa è stata tratta una versione da concerto, che (fino al novembre 1977) è stata eseguita 130 volte (di cui 80 nella Repubblica Federale di Germania). Dalle abbondanti discussioni, reazioni e critiche abbiamo tratto spunto per il nostro lavoro successivo. 

proleten2.jpgLa PROLETENPASSION è il prodotto di un lavoro collettivo in cui sono state coinvolte diverse decine di persone. Hanno collaborato, oltre ai diretti interessati, alcuni amici e conoscenti (docenti, studenti, storici e storici dell'arte, ecc.). Sono state suddivise le presentazioni sui singoli argomenti, è stata effettuata la ricerca delle fonti, si sono svolti gruppi di lavoro e discussioni fattuali, che hanno portato alla definizione della forma e del contenuto.

A Heinz R. Unger (autore di canzoni, poeta e scrittore viennese) è stato affidato l'incarico di scrivere i testi, che sono stati poi discussi e migliorati collettivamente. Se c'è qualcosa che non ci soddisfa è il fatto che, nonostante i tre dischi, siamo ben lungi dall'aver riportato tutto ciò che ritenevamo importante. (Abbiamo scritto molte più canzoni di quante ne siano state pubblicate).

 

Nota: Il libretto interno, tutto in lingua tedesca, da cui è tratto il brano suddetto, riporta, oltre a tutti i testi delle canzoni, una introduzione storica per ciascuno degli argomenti affrontati, tutti i crediti relativi alla produzione e una scheda bibliografica con i libri consigliati per ulteriori approfondimenti.

Il nucleo dei componenti ufficiali degli Schmetterlinge (attivi dagli anni 70 fino ai primi anni 80) era composto da cinque elementi che nell'album suonano, cantano e recitano, coadiuvati in più occasioni da altri musicisti:

Georg “Schurli” Herrnstadt: pianoforte, chitarra acustica.

Erich Meixner: basso, fisarmonica, pianoforte e organo nei brani classici.

Beatrix Neundlinger: flauto.

Wilhelm "Willi” Resetarits: batteria, congas.

Herbert Tampier: chitarra elettrica, mandolino e talvolta basso
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L'opera su vinile, pubblicata nel 1977, ha la struttura di un oratorio classico e vede alternarsi, nelle 6 facciate dei dischi originali, diversi stili musicali, funzionalmente coerenti con l'argomento storico che viene di volta in volta trattato, avendo come punto di rifermento comune la tipica strumentazione del gruppo rock, senza ulteriori orchestrazioni. Nel 1989 è stata pubblicata una versione su doppio CD.

 Si inizia con le guerre contadine che, in Germania, nel corso del 1500, si affiancarono alla rivolta luterana, per poi passare alla rivoluzione francese, che diede potere ai cittadini, e alla Comune di Parigi del 1870, prima, breve esperienza di autogoverno popolare. L'opera prosegue con la rivoluzione sovietica del 1917, per poi affrontare il tema del nazifascismo, con successivi riferimenti alla guerra civile spagnola (1936-1939) e al golpe cileno del 1973, perpetrato dal generale Pinochet contro il governo socialista di Salvador Allende, con un omaggio diretto al cantautore Victor Jara, barbaramente ucciso dai militari golpisti. Nell'epilogo, che occupa la sesta facciata, vengono affrontati i problemi dell'attualità (per la Germania degli anni 70): il consumismo, il potere della finanza, la logica del profitto, la crisi della rappresentanza democratica, falsamente espressa dalla socialdemocrazia.

Ognuno di questi temi viene affrontato in maniera approfondita con brevi interventi della durata totale di circa 20 minuti per ciascuna facciata, per una durata complessiva di circa 2 ore. Si tratta di canzoni ben strutturate (dal pop, al rock, al folk, al country, alla marcia, alla musica da cabaret e da circo, agli arrangiamenti corali, alla canzone tradizionale) ma anche di brani recitati, basati su citazioni originali (come nel caso di un frammento di Martin Lutero), con richiami alla musica classica (Bach, Beethoven). Vi sono riferimenti letterari colti: oltre alla visione grottesca che spesso emerge (che non può non ricordare indirettamente un artista come George Grosz che ha rappresentato magistralmente l'aspetto ridicolo del potere), troviamo una canzone che ha come testo una poesia di Heinrich Heine (poeta romantico tedesco del 1800) e soprattutto una poesia di Bertolt Brecht (che riportiamo in coda all'articolo) pubblicata sul libretto e da cui si trae lo spunto per la domanda di fondo che permea tutta l'opera: chi scrive la Storia?

 

In definitiva, volendo dare un giudizio finale, anche se sommario, PROLETENPASSION è un'opera solida, rigorosa, molto ragionata, con diversi momenti musicalmente godibili, che va ascoltata per quello che rappresenta: una approfondita analisi storico-culturale sulla storia degli oppressi, raccontata in versione rock.

 

Domande di un lettore operaio (Bertolt Brecht)

Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?

Dentro i libri ci sono i nomi dei re.

I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?

Babilonia tante volte distrutta,

chi altrettante la riedificò? In quali case

di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori?

Dove andarono i muratori, la sera che terminarono

la Grande Muraglia? La grande Roma

è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi

trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio

aveva solo palazzi per i suoi abitanti?

Anche nella favolosa Atlantide

nella notte che il mare li inghiottì, affogarono

implorando aiuto dai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l'India.

Lui solo?

Cesare sconfisse i Galli.

Non aveva con sé nemmeno un cuoco?

Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta

fu affondata. Nessun altro pianse?

Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi

vinse oltre a lui?

Ogni pagina una vittoria.

Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo.

Chi ne pagò le spese?

 

Tante vicende.

Tante domande.



Proposte di Ascolto (clic the pic)

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 Versione teatrale del capitolo 'La Comune di Parigi' (registrata nel 1978)

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 Wer Schreibt Die Geschichte? - Chi scrive la storia?



Autore : Stefano Sorrentino, Luglio 2024