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QUEEN ELIZABETH II
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La Regina ed il Rock |
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Note personali Sono stato alcune volte
a Londra. La prima fu a 17 anni, nel 1972. Avventura esaltante il cui clou fu
vedere Joe Cocker al Rainbow Theatre. Tra i tanti ricordi, gli episodi di
“colore locale” che mi colpirono furono una bigliettaia nera nella metro, una
sfilata per una via centrale di un reggimento a cavallo ed infine un uomo che
nel bus fece un rutto provocando le risatine mie e del mio amico. Mondo avanti
anni luce, tant’è che quando tornai a casa ebbi per alcuni
giorni un vero senso di repulsione per l’ambiente e le persone della mia
piccola città di provincia. Ci tornai nel 1975
questa volta avendo là un’amica inglese che ci fece un po' da guida. Una
domenica mattina andammo con lei al rito del pub, dove altri ragazzi della
nostra età si ritrovavano. Ci offrirono una pinta di birra (ero con la mia
morosa e sua cugina) guardandoci poi come dei poverini quando, già brilli,
rifiutammo il secondo dei tanti giri. I perfidi figli di Albione non ci
cagarono molto, tranne uno che mi apostrofò chiedendomi se conoscevo la PFM.
Risposi di sì ed egli rivolto agli altri disse qualcosa che non capii ma il
senso era di disprezzo. Già allora avevo una ricca collezione di LP che
probabilmente loro manco conoscevano, ma non me la sentii di controbattere. Troppa
birra ed inglese scarso.L’ultima volta ci sono
tornato una decina di anni fa con mia moglie. Andammo a visitare Buckingam
Palace e nella strada di avvicinamento passammo davanti ad una caserma dove le
guardie si stavano preparando e mi fece sorridere il rigidissimo cerimoniale. A
Buckingam la banda reale suonò con mio stupore fra gli altri brani la “vida
loca”. Ho maturato la
convinzione che gli inglesi non abbiano la vulcanica creatività di noi
italiani, il senso del gusto (specialmente in cucina!) ma ci sono in genere largamente
superiori perché sono un popolo disciplinato e metodico. Ed in questo la
monarchia e le tradizioni sono un elemento fondamentale. Credo che ogni
popolo abbia la forma di governo che si merita, e la più antica democrazia del
mondo, quella inglese, lo è grazie alla loro monarchia. Questo lunga premessa
per spiegare il motivo che mi ha spinto a scrivere questo articolo sulla regina
Elisabetta II la cui morte, non lo nego, mi ha colpito. E’ la donna che più di
ogni altro ha rappresento gli ultimi settata anni della nostra vita ed è quindi
la più grande icona Pop. Proverò a parlare in
relazione agli argomenti che trattiamo nel sito, ovvero la musica rock. |
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Premessa E’ innegabile che il
lungo regno di Elisabetta II abbia avuto un notevole legame con il Rock
britannico, fenomeno molto importante per l’economia del regno, forse più dei
souvenir griffati con la Corona, e che la regina, sebbene a volte contestata in
quanto simbolo supremo dell’ordine costituito del paese, ha saputo gestire. |
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La formazione musicale E’ necessario
inquadrare anche la formazione musicale della Regina. Imparò prestissimo a suonare il pianoforte, con una formazione
musicale, iniziata già durante gli anni della guerra, di altissimo livello.
Prese lezioni da Sir William Henry Harris, organista della Cappella di San
Giorgio a Winsdor. Competenze tutt’altro che amatoriali, che la portarono a
ricevere da due atenei britannici, la University of London e la University of
Wales, una laurea in studi musicali. Ulteriore motivo per lodare una persona
che, nonostante i gusti classici e sofisticati, non ha mai disdegnato di
applaudire anche le più grandi rockstar. |
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I Beatles Indubbiamente il primo
rapporto con il rock inglese avviene quando la regina aveva poco meno di
quarant’anni. Nei primi anni ’60 quattro ragazzi della classe operaia di
Liverpool diventano il simbolo planetario della “britannicità”. Così nel 1963
sono invitati al Royal Command Performance, show benefico organizzato ogni anno
da Buckingham Palace, dove i Fab Four conoscono la Regina Madre. Di questo
episodio è rimasto famoso l’aneddoto in cui Lennon prima di cantare Twist
and shout, pronuncia la battuta: «Per l’ultimo pezzo dovete
aiutarmi. Chi sta nei posti più economici può battere le mani. Gli altri basta
che facciano tintinnare i gioielli». Siamo nel 1965 e
la”British Invasion” musicale è un formidabile traino per la promozione dei
prodotti inglesi nel mercato mondiale, specialmente quello americano.
Elisabetta capisce questo valore e nomina i Beatles baronetti, (vedi più avanti
>> Le Onorificenze). |
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La Regina nelle canzoni |
Per capire il
controverso rapporto tra i Fab e la Regina non c’è niente di meglio che Her
Majesty, la traccia-fantasma inserita da Paul a chiusura di Abbey
Road: «Sua Maestà è una ragazza parecchio carina / ma non ha molto da
dire». Nel 1970 all’Isola di
Wight Jimi Hendrix intonerà God Save the Queen facendolo poi
sfumare in Sgt. Pepper. Come non citare il leader dei Queen,
l’irriverente Freddie Mercury, suddito della corona di Zanzibar, che
amava sul palco cingersi della corona regale. Ma un’icona come sua
Maestà e tutto ciò che rappresenta è stata anche oggetto di pesanti attacchi. Il più duro fu
sicuramente quello dei Sex Pistols, leader del movimento punk, che nel
1977 nel loro secondo singolo proposero il brano “God Save The Queen”
con una dissacrante immagine della regina già in copertina. Duro attacco che
recita tra l’altro «Dio salvi la Regina/ e il regime fascista/ Hanno fatto
di te un deficiente/ una potenziale bomba H». Da notare che questo inno ferocemente antimonarchico fu fatto uscire proprio
nel giorno in cui Elisabetta II avrebbe festeggiato il Silver Jubilee, i 25
anni di regno. Infine è giusto dire che Rotten ha abiurato tale brano nel quale
si profetizzava “nessun futuro”. Questo è accaduto per i Sex Pistol (la grande
truffa del rock&roll), non certo alla Regina. Morrissey, frontman
degli Smiths, che definiva la monarchia inglese «contro ogni nozione
di democrazia» nel 1986 realizzò una canzone e un album con lo
stesso provocatorio titolo: The Queen is dead (la regina è morta),
un disco comunque considerato una pietra miliare della storia del rock. Da citare
anche gli Stone Roses che nel loro album di debutto (1989) usano
la melodia tradizionale di Scarborough Fair per augurarsi la fine del Regno
in Elizabeth My Dear. Sempre restando dalle
parti del punk, ancora più duri furono gli Exploited con la loro Royalty. Più politici furono
gli Housemartins con
la loro Flag day:
"Prova a scuotere una scatola davanti alla Regina / Perché la sua borsa
è grassa e le cuciture scoppiano / È una perdita di tempo se capisci cosa
significa". Leon Rosselson
è più satirico ed in On her silver jubilee
(2011), parla della promessa di una nuova alba dopo la sua
incoronazione nel 1953 confrontandola con la realtà logora del giubileo
d'argento nel 1977: "E non si è mai occupata dell'Agenzia delle
Entrate/ Anche se è regalmente ricompensata per le cose che non fa". I Primal Scream con Insect royalty parlano
di "insetti reali che vivono dentro di me", criticando l’
essere nati in un Paese ancora governato dalla linea di sangue piuttosto che
dal merito. Billy
Bragg con la
sua Rule nor reason vede
la sovrana come una figura tragica più che odiosa: "La Regina sul suo
trono suona i dischi di Shirley Bassey quando è da sola / E guarda fuori dalla
finestra e piange". Infine i Pet
Shop Boys all’interno dell’album Very (1993) realizzano un brano in
cui si racconta di un tè preso con Lady Diana e la Regina. |
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Le Onorificenze |
La Regina, capendo il
grande valore mediatico / economico della musica Rock, pur essendo lontana anni
luce da tale mondo, ha saputo dare visibilità ai suoi protagonisti,
specialmente nell’ultimo ventennio di regno insignendo tantissimi artisti di
cariche nobiliari. Il 26
ottobre 1965 alle 11 di mattina, i Beatles ricevettero
la medaglia come Member of the Most Honorable Order of the British
Empire (MBE) per i loro meriti artistici, su proposta del Primo Ministro
di allora, Harold Wilson. Da notare che il fatto sollevò molte proteste,
specialmente dagli eroi di guerra già insigniti dello stesso titolo. Paul McCartney affermò “Per quattro ragazzi di Liverpool come noi è
stato un bel momento, molto divertente.…La Regina è stata gentile e molto
amichevole, eravamo giovani ed è stata affettuosa»..McCartney è stato poi
insignito del titolo di Cavaliere ed è diventato Sir l’11 maggio 1997. Un aneddoto racconta che mentre la Regina consegna la medaglia a Ringo gli
chiede: «Hai
fondato tu la band?» e lui risponde: «No, sono stati loro. Io sono quello più piccolo, anche di statura».
Qualche anno più tardi Lennon dichiarerà che i Fab si fecero una canna nel
bagno di Buckingham Palace prima di ricevere l’onorificenza, fatto comunque
smentito più volte dagli altri. Lennon
restituirà la sua onorificenza il 1 settembre 1969 in
segno di protesta per il coinvolgimento dell’Inghilterra nel conflitto in
Biafra, l’appoggio all’America nella guerra in Vietnam e la censura del suo
brano Cold Turkey in Inghilterra (per i riferimenti alla droga nel testo). Mick Jagger è stato nominato Sir dal Principe Carlo nel 2003. A tal proposito si dice che la Regina non fosse d’accordo con la nomina di Jagger caldeggiata dall’allora Primo Ministro Tony Blair (forse per via della sua amicizia con la sorella, la Principessa Margaret) e che non abbia presenziato alla cerimonia con la scusa di dover fare un piccolo intervento chirurgico. Da notare che Keith Richards si è dichiarato disgustato dal fatto che Jagger abbia accettato l’onorificenza. Molti musicisti sono stati insigniti di varie onoreficenze dalla casa reale, tra cui Robert Plant, Sting, Rod Stewart, i Bee Gees, il produttore dei Beatles George Martin, Roger Daltrey, Graham Nash, Annie Lennox, Elton John, Bono, Dave Gilmour, Kate Bush per citarne alcuni. Ma tra quelli che sono diventati cavalieri negli ultimi 30 anni, la Regina ne ha nominati personalmente solo due, Voce fuori dal coro è stato
invece David Bowie che ha
rifiutato l’onorificenza di CBE nel 2000 e tre anni dopo
anche quella di Cavaliere: «Non ho intenzione di accettare niente del genere»
ha detto, «Sinceramente non so che senso
abbia, non è il tipo di riconoscimento per cui ho passato la vita a lavorare». Ha rifiutato l’onorificenza anche Paul Weller. |
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Le Cerimonie |
Molti grandi della musica
inglese hanno partecipato alle celebrazioni del Giubileo della Regina: nel 2002
per il Golden Jubilee si sono esibito Phil Collins, Bryan Adams, Steve Winwood,
i Queen e Ozzy Osbourne,
per il Diamond del 2012 Paul McCartney, Elton John e Annie Lennox hanno diviso
il palco con Stevie Wonder e per il Platinum Jubilee con cui Elisabetta ha
festeggiato 70 anni di regno nel 2022 sono arrivati i Queen, Elton John, Rod
Stewart e i Duran Duran. Very British: micidiale, solo gli inglesi sanno unire il sacro ed il profano. Questa è considerata una gaffe di sua maestà mentre io la considero una battuta: durante la cerimonia in onore dell’industria musicale britannica del 2005, Elisabetta ha incontrato i migliori chitarristi rock di sempre, Eric Clapton, Jimmy Page, Jeff Beck e Brian May. Rivolgendosi a Clapton ha chiesto «Da quanto tempo suona la chitarra?» e lui «Quasi 40 anni, Maestà». |
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Il Sense of humor |
Che gli inglesi abbiano un grande sense of
humor e che la regina lo incarni perfettamente lo dimostrano due episodi. Il
primo riguarda la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi del 2012 con il
filmato insieme all’agente 007. La seconda quando per il
giubileo di platino la Regina aprì il concerto in suo onore comparendo in un
video con l'orsetto
Paddington, che termina con i due
che usano un cucchiaino d'argento sui loro piattini da tè per battere il tempo
del brano dei Queen We will rock you che
aveva aperto il concerto del Giubileo davanti a Buckingham Palace.
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Non ho inserito
nell’articolo, come mio costume, alcun collegamento di testi / video a quanto
descritto. Per questa volta, se siete curiosi, buona ricerca: in rete c’è tutto ! |
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Autore : Giorgio Gotti, 15/09/2022 |
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