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EKSEPTION

Una band d'eccezione dall'Olanda


Nei primissimi anni 70, il rock fu letteralmente preso in ostaggio dalla musica classica. 

A partire dalla fine dei 60, ci fu una tendenza allo sdoganamento di un genere musicale che fino a quel momento era stato guardato con sospetto dagli amanti del rock (e bisogna dire che la cosa era assolutamente reciproca: infatti, per chi amava la musica classica, il pop e il rock erano considerati un vero e proprio abominio). 

Grazie all'iniziativa di alcuni artisti, che avevano l'urgenza di ricercare nuove sonorità, iniziò a farsi strada questa nuova propensione, dapprima con l'unico scopo di integrare gli strumenti della musica sinfonica per accompagnare i propri brani (citiamo, a titolo di esempio, Beatles e Moody Blues).  

Tutto ciò avveniva intorno al 1967. Poco dopo, fino ad arrivare in pieni anni 70, grazie anche alla formazione accademica di alcuni musicisti, ma soprattutto in virtù delle loro capacità esecutive, si iniziarono ad inserire, nei dischi rock, brani di musica classica, che erano utilizzati sia all'interno di canzoni originali che in maniera integrale, adeguatamente riarrangiati. Keith Emerson, colto e grandissimo virtuoso degli strumenti a tastiera, ebbe una parte rilevante in questa rivoluzione sonora, dapprima con The Nice e poi, soprattutto, con Emerson, Lake & Palmer. Ma non possiamo dimenticare Wendy Carlos, che con il suo 'Switched-On Bach' del 1968, ebbe uno strepitoso successo popolare, riproponendo Bach e altri autori del periodo barocco con le sonorità del sintetizzatore Moog, nuovo strumento elettronico che da lì in avanti diverrà fondamentale nella strumentazione delle nuove band. 

In quegli anni persino la musica leggera fu contagiata da questa nuova moda, mandando in testa alle classifiche vere e proprie hit, come la Sinfonia N.40 di Mozart, riarrangiata da Waldo de los Rios per orchestra sinfonica con base di chitarra, basso e batteria, un vero e proprio tormentone dell'estate del 1971, per chi se lo ricorda. 

Anche il cinema fece la sua parte in quegli anni: le indimenticabili colonne sonore di “2001: Odissea nello Spazio” e di “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick ebbero il ruolo di rinforzare questa ritrovata passione popolare per la musica classica. 

E svariate furono le band che negli anni 70 si addossarono la responsabilità di far scomparire definitivamente i confini fra i generi musicali: pop, rock, classica e jazz. 

Gli Ekseption, band olandese di Haarlem, sono stati fra quelli di maggiore spessore che hanno incarnato nel modo più interessante e caratteristico questa commistione. Il loro primo grande successo del 1969 fu proprio la Quinta di Beethoven, riarrangiata in chiave jazz-rock con pianoforte, organo Hammond, tromba e sax, accompagnati da una trascinante linea di basso e batteria. 

Il deus ex machina di questa formazione era il tastierista Rick van der Linden, dotato di grandi capacità interpretative e compositive, avendo avuto una solida formazione accademica presso il conservatorio dell'Aia. Dopo essersi avviato, da giovanissimo, ad una promettente carriera concertistica come pianista, si esibiva come virtuoso tastierista jazz e nel 1968 vinse il primo premio al prestigioso Loosdrecht Jazz Festival, che gli valse un contratto discografico con la Philips. Dichiaratamente influenzato da Keith Emerson e da The Nice, il 22enne Rick van der Linden entrò a far parte degli Ekseption, band fondata dal trombettista Rein van den Broek.


Nel 1969 esce il loro primo album, che contiene, oltre alla già citata Quinta di Beethoven, anche altri due arrangiamenti in chiave rock-jazz di due famosi brani di musica classica, che avranno enorme successo soprattutto nei Paesi Bassi: l'Aria di Bach e la Rapsodia in Blu di Gershwin. Fin da questo album di esordio, è evidente la leadership di van der Linden e le sue straordinarie capacità sia come esecutore che come arrangiatore e compositore: il suo stravagante e carismatico personaggio, con il suo look sgargiante, diventa la principale attrazione nei concerti dal vivo, dove si circonda da ogni tipo di tastiera. I suoi virtuosismi al piano e all'organo, insieme ai caratteristici fraseggi della tromba di Rein van den Broek, determinano il suono degli Ekseption, che riscuotono enorme successo popolare in Olanda, diventando una delle band più famose di quel periodo.

 

Tutta la formazione (composta da tastiere, basso, batteria, tromba, sax/flauto e vocalist, occasionalmente) sfoggia un livello tecnico notevole, sia in studio che, soprattutto, dal vivo, e si caratterizza per la facilità e la disinvoltura con cui riesce a fondere i diversi generi, ad esempio passando, senza soluzione di continuità, da una cadenza di Bach ad un passaggio jazz per organo Hammond e fiati. 

Dopo l'album di esordio del 1969, gli Ekseption produrranno una quindicina di dischi fino al 1989, anno in cui il gruppo si scioglie. Negli anni successivi, ci saranno alcune reunion occasionali. 

La loro eredità è principalmente rappresentata dai primi cinque album, tutti molto interessanti, fino a 'Ekseption 5' del 1972, il disco che li ha fatti conoscere ed apprezzare in modo definitivo anche dal pubblico italiano, soprattutto dagli amanti del progressive rock.

 


 

Nella discografia degli Ekseption. oltre ai brani classici, vi sono anche molte composizioni originali, quasi tutte composte dal tastierista Rick van der Linden. Non si tratta solo di musica strumentale, in alcuni album troviamo anche la presenza di un vocalist che aggiunge una sfumatura pop/rock alla loro musica. 

L'esperienza Ekseption si è definitivamente conclusa, tutti i membri sono scomparsi nel corso degli ultimi anni: riascoltare la loro musica oggi significa rivivere, con grande emozione, quell'ondata di rinnovamento musicale e culturale che nei primi anni 70 ha segnato in modo indelebile la musica rock (e non solo) per i decenni a venire.



Proposte di Ascolto (clic the pic)

 

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  Ekseption - The 5Th

 

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  Ekseption - Air

 

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  Ekseption - A la Turca

 

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  Ekseption - Palermo Pop 70

 

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  Ekseption - Toccata (1973)

 

Autore : Stefano Sorrentino, Feb/2025