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DIO E' MORTO
Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge)


L’articolo dell’amico Stefano sul Beat e su Ginsberg mi ha fatto rimetter mano ad un pezzo sul quale da un po' “tintognavo”. Il pezzo in questione è relativo alla canzone “Dio è morto” di Guccini
 

Questo è l’incipit del poema “Howl (L’urlo)” che Allen Ginsberg lesse per la prima volta nel 1955 alla Six Gallery di San Francisco e fu poi pubblicato nella raccolta Howl and Other Poems nell'autunno 1956 dalla City Lights Bookstore di Lawrence Ferlinghetti

 

«I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night [...].»

«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate, nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte [...].»

 
ginsb1.jpgHowl è probabilmente la sua opera più conosciuta, ispirata e scritta principalmente durante visioni indotte dal peyote e venne considerata molto scandalosa all'epoca della sua pubblicazione. Il poema scritto con un verso ritmato che ha la cadenza della lingua parlata, tratta esplicitamente ed in maniera cruda di molte esperienze autobiografiche, quali il suo ricovero in un ospedale psichiatrico, l'uso delle droghe e l'omosessualità. E’ il manifesto di una generazione, la prima che ormai molti anni fa aveva provato a combattere il sistema.
Spesso mi reco a Malta dove vive mia figlia. Nella zona di Sliema c’è una lunga scalinata composta da due rampe laterali con al centro una lunga pavimentazione in cemento. Ebbene in questa zona è scritto l’incipit di Howl. Non so chi sia stato a scriverla, ma è lì da tanti anni e nessuna lo cancella o lo deturpa.


Ginsberg aveva immortalato la protesta di un'intera generazione, la nascita della controcultura degli anni 1960, in gucc1.jpgseguito divenuta movimento hippy e contestazione studentesca.
 Forse prendendo spunto da questo incipit Francesco Guccini con la sua canzone “Dio è morto” apre la stagione della canzone di protesta italiana e ne diviene il manifesto.
Quando nel 1965 la scrisse Guccini aveva 25 anni. Nel 1967 fu interpretata da Caterina Caselli, ma la versione universalmente nota è quella dei Nomadi con la splendida voce di Augusto Daolio.
Suscitò molto scalpore, e la RAI, cartina di tornasole del livello della cultura del paese, ovviamente la censurò. Stupidità totale in quanto l’unica emittente a diffonderla fu Radio Vaticana.

Ripropongo il testo perché credo che a distanza di 56 anni sia assolutamente attuale. Cosa non facile per una canzone. Ma probabilmente è molto di più di una semplice canzone. Infine mi consola sempre il sapere che si può essere dei geni senza essere necessariamente “maudit”.


“Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge)”

Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già
Dentro le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Dentro le nuvole di fumo
Nel mondo fatto di città
Essere contro od ingoiare
La nostra stanca civiltà

È un Dio che è morto
Ai bordi delle strade, Dio è morto
Nelle auto prese a rate, Dio è morto
Nei miti dell'estate, Dio è morto

M'han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han con la fede
Nei miti eterni della patria e dell'eroe
Perché è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità
Le fedi fatti di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato
La dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre
Con la ragione e mai col torto

È un Dio che è morto
Nei campi di sterminio, Dio è morto
Coi miti della razza, Dio è morto
Con gli odi di partito, Dio è morto

Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
Ad un futuro che ha già in mano,
A una rivolta senza armi,
Perché noi tutti ormai sappiamo
Che se Dio muore è per tre giorni
E poi risorge,
In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
In ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
Nel mondo che faremo Dio è risorto

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Proposte di Ascolto (clic pic)
 
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I Nomadi - Dio è morto (audio versione originale)




focus link alle altre storie del Focus #7/2024 : A proposito di "Beat"

Autore : Giorgio Gotti, 03/06/2021