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CATAPILLA


Premessa

Il mio amico “Dr. Livingstone” Giovanni continua incessante la sua esplorazione nei territori sconosciuti (ai molti) della musica. Qualche giorno fa a casa sua mi ha fatto sentire un assaggio di alcune delle ultime scoperte, che spaziano dall’elettronica al prog, dal 1970 ai giorni nostri.
cata4.jpgAlla fine mi ha dato anche un paio di CD da ascoltare, uno dei quali è relativo a questo articolo.
Sono i Catapilla che già nello strano nome, per una band Britannica, evidenziano la loro originalità.
Una delle tante meteore musicali di quegli anni, una delle tante Band di cui è difficile trovare traccia o informazioni dettagliate in molte pubblicazioni, una delle tante Band di cui non avevo mai ascoltato nulla.
Oggi, dopo oltre cinquant’anni mi stupisce rendermi conto che della musica dei primi anni ’70 a noi sia arrivato pochissimo, solo i “grandi” nomi, mentre in realtà la scena inglese ha prodotto centinaia di piccoli capolavori, di gemme del mondo underground specialmente londinese. Il valore della musica si misura con il tempo: riascoltata dopo tanti anni o è ancora godibile e fresca o tragicamente datata.
I Catapilla appartengono alla prima opzione.

Brevi note biografiche.
Si sono costituiti nel 1970 nel west-end di Londra. La formazione originale era composta dai sassofonisti Robert Calvert (non quello degli Hawkwind) e Hugh Eaglestone, dal batterista Malcolm Frith, dal bassista Dave Taylor, dal chitarrista Graham Wilson, dal suonatore di fiati Thierry Rheinhardt e dal cantante Jo Meek (subito sostituito dalla sorella Anna).
Nel 1971 pubblicarono il primo omonimo album. Dopo un tour promozionale Eaglestone, Frith, Rheinhardt e Taylor lasciarono la band. Furono rimpiazzati da Bryan Hanson (batteria), Ralph Rolinson (tastiere) e Carl Wassard (basso).
Nota: 1971. Ho scritto un articolo sui dischi usciti in quell’anno e più articoli scrivo più mi rendo conto che è stato l’apice della musica rock. Link>>>>
cata1.jpgNel 1972 uscì il loro secondo album, Changes. Quindi si sciolsero.
Caratteristica comune a quasi tutte le band del periodo è la vita breve. Altra costante lo scarsissimo successo se non l’indifferenza quando erano attive e la riscoperta ed il plauso della critica dopo molti ma molti anni (in genere l’arte funziona così: chi è osannato in vita poi vale poco; e viceversa - bella soddisfazione!). Ars longa, vita brevis.

Brevi note critiche.
Innanzitutto è da notare la coraggiosa formazione di sette elementi con una cospicua sezione di fiati ma senza le tastiere, molto usate in quel periodo. Questo insieme strumentale permette ai Catapilla di creare un “loro” sound originale ricco di contaminazioni jazz, psichedeliche, hard rock e persino funk. Da notare infine la voce femminile, anch’essa elemento molto raro in quegli anni (non solo). Voce molto particolare, molto “sperimentale” a tratti violenta o volutamente sgraziata.
L’Album ha la peculiarità di essere piuttosto estraneo alle tendenze stilistiche e compositive del progressive di quel periodo, con soli quattro brani di cui due lunghi e strutturati in modo complesso.
Un lavoro di una effettiva e spontanea originalità ancora oggi godibilissimo all’ascolto.
Un’ultima nota: non vi ricorda qualcosa la copertina ? Non sarà una presa in giro di una iconica etichetta ?

 
 
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Catapilla - Catapilla

 Elenco tracce

A1  Naked Death

A2  Tumbleweed

A3  Promises

B    Embryonic Fusion

tCrediti

  • Robert Calvert - Alto Saxophone, Tenor Saxophone, Soprano Saxophone
  • Dave Taylor - Bass
  • Malcom Frith – Drums
  • Thierry Reinhardt - Flute [Tenor, Alto], Clarinet
  • Graham Wilson - Lead Guitar
  • Hugh Eaglestone - Tenor Saxophone
  • Anna Meek - Vocals
  • Sleeve Design – Rick Breach
  • Etichetta – Vertigo, UK, 1971
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Proposte di Ascolto
 
yu1.jpg Catapilla (1971) full Album
 
yu2.jpg Changes (1972) full Album

yu1.jpg  link al Focus #10/2023


Autore : Giorgio Gotti, 09/03/2022  - Archivio Discografico: Giovanni Grassi