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DAVID BOWIE

e la Fantascienza


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David Bowie, pseudonimo di David Robert Jones, è stato uno degli artisti più influenti del XX secolo. Segno distintivo della sua arte è stato il cambiamento, sia come personaggio che come musica. Perché come disse in una famosa intervista del 1972 che suscitò scandalo «La mia natura sessuale è irrilevante. Sono un attore, recito una parte, frammenti di me stesso». Bowie ha spesso reinterpretato il proprio lavoro per adattarlo alla tendenza del momento, come suggerì nella stessa intervista: «[...] quando un artista ha completato la sua opera essa non gli appartiene più... guardo semplicemente ciò che ne fa la gente».

SPACE ODDITY

spaceoddity.jpgIl primo approccio di Bowie con la fantascienza fu il brano Space Oddity (Confusione Spaziale) pubblicato l'11 luglio 1969 come primo singolo estratto dall'omonimo album, canzone che rimane a distanza di anni una delle più famose di David Bowie tanto da essere ormai entrata nella cultura di massa, oltre a risultare il 45 giri del cantante inglese più venduto nel Regno Unito. Dopo una serie di singoli fallimentari e un album d'esordio passato inosservato, la canzone rappresentò il primo vero e proprio successo di Bowie (raggiungendo la 5ª posizione nella classifica inglese).

Il suo valore è confermato dai moltissimi artisti che ne hanno inciso nel corso degli anni la loro versione

Una fonte d'ispirazione per il brano fu sicuramente il celeberrimo film di Kubrick del 1968 “2001 Odissea nello spazio” tanto da inserire nella coda della canzone un riferimento a Atmospheres, brano conclusivo del film. Inoltre Bowie era un appassionato di fantascienza, specialmente dello scrittore Ray Bradbury.

Bowie ha sempre lasciato un alone di mistero intorno alla canzone. «Riguarda l'alienazione», disse una volta, aggiungendo di essere molto portato a immedesimarsi col protagonista. In un’altra intervista del 2002 è tornato sul significato del brano affermando che Space Oddity parla solamente «del sentirsi soli».

Tra le varie spiegazioni c’e anche quella in cui Bowie dichiara di averla scritta come analisi del sogno americano:

«Quando ho scritto originariamente del Maggiore Tom pensavo di sapere tutto sul grande sogno americano, su dove fosse iniziato e dove sarebbe dovuto fermarsi. C’era la grande esplosione del know-how tecnologico americano che aveva spinto questo ragazzo nello spazio ma una volta arrivato lì non fu del tutto sicuro del motivo per cui fosse lì. Ed è lì che l’ho lasciato».

ZIGGY STARDUST

b1.jpgL'album "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars " era uscito da paio di settimane quando, il 6 luglio del 1972, Bowie e la sua band apparvero in un episodio di Top Of The Pops, celebre programma della BBC per promuovere il singolo “Starman”. Questa era stata l'ultima canzone ad essere registrata per Ziggy Stardust, scritta dopo che la casa discografica aveva chiesto una vera hit che potesse aiutare l'album ad entrare in classifica.

Una data fondamentale per la carriera di David Bowie e per la storia del rock e del costume.

Il pubblico inglese che guardava appassionatamente il programma, considerato un appuntamento fisso, si trovò per la prima volta faccia a faccia con questo alieno con capelli arancioni, make up vistoso, stivali rossi e una tutina luccicante a righe, in rottura completa con i look abituali. Trasgressione, espliciti ammiccamenti sessuali, qualcosa di completamente diverso mai visto prima, scandaloso per i genitori ma eccitante per i giovani figli seduti a guardarlo.

Nel 1974, nel corso di un'intervista il cantante raccontò anche che, contrariamente all'opinione comune, Ziggy non è un extraterrestre ma un umano entrato in contatto con forze da un'altra dimensione attraverso la sua radio che finisce per adottare sulla Terra un ruolo messianico scambiando i loro messaggi per rivelazioni spirituali. 

Ziggy è in definitiva l'emblema della rockstar, un «cantante rock di plastica» come lo definiva Bowie, che con la sua ascesa e la sua caduta ripercorre idealmente la parabola della celebrità, dietro la quale si nascondono l'insicurezza e la fragilità dell'artista.

ziggy1.jpgPer la creazione del suo alter ego Bowie ebbe come riferimenti Lou Reed, Marc Bolan ed Iggy Pop conosciuto nel settembre 1971 durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti.

Ma quello che può essere individuato come modello principale di Ziggy Stardust è il rocker anglo-americano Vince Taylor, che alla fine degli anni cinquanta aveva pubblicato un paio di singoli fallimentari inclusa Brand New Cadillac, di cui i Clash avrebbero fatto una cover nel 1979. Bowie lo aveva incontrato a Londra nel 1966 rimanendone colpito «Andai ad alcune feste con lui ed era fuori di testa, completamente flippato…». Taylor perse progressivamente il contatto con la realtà e le sue esibizioni furono costellate da incidenti sul palco finché una notte, raccontò Bowie, «si presentò in scena vestito di bianco, dicendo che tutta la sua faccenda con il rock era stata una bugia, che in realtà lui era Gesù. Fu la fine di Vince, della sua carriera e di tutto il resto. Fu questa storia che divenne uno degli elementi essenziali di Ziggy e della sua visione del mondo».

Nel 1990 David Bowie raccontò sulla rivista Q che il nome Ziggy gli fu ispirato da una sartoria di Londra chiamata "Ziggy's", davanti alla quale una volta era passato in treno: «Aveva un'aria da Iggy ma era una sartoria, allora pensai "Beh, l'intera faccenda riguarderà i vestiti". Così, quasi per scherzo decisi di chiamarlo Ziggy». ziggy2.jpgL'origine di Stardust richiama invece l'eccentrico cantante statunitense Norman Carl Odam, più noto come Legendary Stardust Cowboy la cui celebrità era basata su una disastrosa apparizione nel programma televisivo Rowan & Martin's Laugh-In. «Tutti risero di lui e se ne andò piangendo», ricordò Bowie nel 1996, «suonava la chitarra e aveva un trombettista con una gamba sola... Assemblavano la loro musica senza sapere che ci dovrebbero essere regole da seguire. E così andavano in direzioni che non verrebbero in mente neanche ad un musicista semi-qualificato... è da lui che ho preso il nome Stardust». Nel 2002 Bowie si è sdebitato scegliendo Legendary Stardust Cowboy per suonare al Meltdown Festival e nello stesso anno ha inserito nell'album Heathen una cover di I Took a Trip (On a Gemini Spaceship). «Quando ho letto sul suo sito che pensava che, dato che avevo preso in prestito il suo nome, almeno avrei dovuto cantare una delle sue canzoni, mi sono sentito in colpa e ho voluto fare ammenda immediatamente. Così ho rifatto una delle sue migliori canzoni».

Infine quando Bowie uccise Ziggy. Londra 3 luglio 1973. All’Hammersmith Odeon il 3 luglio 1973 durante il concerto, ad insaputa della band, Bowie annuncia: ” Questo non è soltanto l’ultimo show del tour, ma sarà il nostro ultimo show in assoluto “. Salterà il tour nordamericano e si scioglieranno gli Spiders of Mars di Mick Ronson. Il 7 febbraio 1974, nello show televisivo Top Pop del canale olandese AVRO appare un tizio vestito da pirata che si fa chiamare Halloween Jack. David Bowie rinasce con una delle sue infinite metamorfosi. I tempi cambiano e Bowie sa che per continuare ad essere un protagonista ci si deve rinnovare.

L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA
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Artista completo, Bowie fu anche un ottimo attore.

Il suo esordio nella recitazione avvenne nel film L'uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) del 1976, diretto da Nicolas Roeg, il cui soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis ed in cui Bowie ha il ruolo di protagonista.

Il film narra la malinconica storia di un extraterrestre che giunge sul pianeta Terra in cerca dell'energia necessaria per trasportare gli abitanti del suo pianeta d'origine sulla terra per salvarli dalla spaventosa siccità che li sta portando all'estinzione. Adottate sembianze umane ed assunto il nome di Thomas Jerome Newton, questi riesce in breve tempo, sfruttando nove brevetti che ha con sé, a creare una potentissima multinazionale elettronica le cui invenzioni lo fanno diventare famoso ed ricchissimo. Ma tale successo insospettisce la CIA e, tradito dai suoi collaboratori, viene arrestato. Il suo progetto per la salvezza del suo popolo risulterà vano: non sarà più in grado di tornare nel suo pianeta d'origine, con conseguente estinzione della sua famiglia e degli ultimi abitanti rimasti.

Episodio curioso è che Bowie scrisse con Paul Buckmaster una colonna sonora per il film che non piacque al regista e fu scartata. L'artista inglese si infuriò per il rifiuto e a fine anno licenziò il proprio manager Michael Lippman, ritenendolo colpevole di non aver convinto Roeg a usare la sua musica. Il regista basò quindi la colonna sonora su brani di Stomu Yamashta e John Phillips (membro dei celebri Mamas & Papas).


Altra piccola curiosità è che il primo figlio di Bowie, Duncan Zowie Haywood Jones è un valente regista di fantascienza.

Proposte di Ascolto

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 Space Oddity (official video)

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 Starman (official video)

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The Man Who Fell To Earth  (trailer)

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Autore : Giorgio Gotti Settembre 2024