Su questa band e sull’album in questione ho letto alcune
delle più grandi cazzate che la mente dei cosiddetti “critici musicali”
potessero partorire. Sarebbe bello riportare le frasi che ho trovato sia sui miei libri che in
rete, molte con farneticazioni allo stato puro da scompisciarsi dalle risate. Alla
fine, ripulito dai toni ispirati dei “Vati” della musica, eliminate le roboanti
frasi ad effetto, il giudizio che emerge è quello di una pietra miliare, un
gruppo/album fondamentale per gli anni a venire. E su questo proverò a
ragionare con le mie modeste conoscenze da appassionato di musica.
Preso asetticamente, ovvero sentito senza sapere come
dove e quando, oggi lo butterei nel cesso. Ma sarei l’antitesi di ciò che
critico, ovvero la totale superficialità. Parliamone quindi provando a definire l’ambito, o come
direbbe un bravo critico a “contestualizzare”.
Il gruppo si forma nel 1966 a San Francisco e pubblica
il suo primo album, “Vincebus Eruptum” appunto, nel 1968. Sono gli anni della mitica
stagione della “Summer of Love” Californiana, della nascita della cultura
hippie, del rifiuto della società benpensante, dell’omologazione, della guerra
in Vietnam. Sono gli anni della musica psichedelica e, soprattutto, dell’uso
delle droghe come simbolo della controcultura. In quegli anni Albert Hoffman
inventò l’LSD, una droga sintetica che si diffuse rapidamente in tutta la
California fino a quando nel 1967 non fu dichiarata illegale. Il nome Blue
Cheer (allegria blu) deriva da una pregiata tipologia di LSD che fu
sintetizzata da Owsley Stanley, manager dei Grateful Dead (e pare che il nome
fosse ispirato ad un ammorbidente).
Sono gli anni di altri famosi trii, come i Cream o i
Jimi Hendrix Experience. Ritengo che i Blue Cheer siano stati il portare la musica
dei Cream o di Hendrix a livelli estremi, aumentando a dismisura la potenza del
suono, il fracasso. Vengono definiti, e su questo concordo, i padri fondatori
della musica che verrà dopo qualche anno, l’Heavy Metal ed il Grunge, e per
questo motivo il disco non è finito nella rubrica cui avevo inizialmente pensato di destinarlo, “Gli
Impolverati”.
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L’Album
Vincebus Eruptum (sconfitta del disordine)
Da notare che sulla copertina posteriore c’è una ”poesia” di Owsley
Il disco ebbe un discreto successo; il 20 aprile 1968 raggiunse l'undicesimo posto
nella classifica di The Billboard 200. Il singolo Summertime Blues raggiunse
il quattordicesimo posto il 4 maggio 1968 nella classifica statunitense
Billboard The Hot 100
La formazione
Dickie Peterson - voce, basso
Leigh Stephens - chitarra
Paul Whaley - batteria
Le Tracce
A1
Summertime
Blues (Jerry
Capehart, Eddie Cochran)
A2
Rock Me Baby (Joe Josea, B.B. King)
A3 Doctor
Please (Dickie
Peterson)
B1 Out of
Focus (Dickie
Peterson)
B2 Parchment
Farm (Mose
Allison)
B3 Second
Time Around (Dickie
Peterson)
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