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BLACK CROWES

“The Southern Harmony and Musical Companion”


Del volume. L’importante è ascoltare musica. Ma nel farlo si deve considerare quale, dove, come e quando. Argomento che merita una trattazione più estesa. Per il momento mi limito a parlare del come e, nello specifico, a quale volume. La musica può essere ascoltata in tanti modi: a volume basso, moderato, alto o altissimo. Ma alcune canzoni non possono che essere ascoltate al massimo volume possibile, al limite della distorsione. La lista è lunghissima per cui cito a caso alcuni brani: “Rock & Roll” dei Led Zeppelin, "Gimme all your lovin'" degli ZZ Top.“Towers of London” degli XTC, “Magic Bus” degli Who in Live at Leeds. . . Quest’ultimo pezzo può essere goduto solo sentendo il basso che fa vibrare i vetri delle finestre. Il volume dovrebbe essere tale che, impianto stereo permettendo, l’onda sonora ti colpisca allo stomaco. Bowie nella copertina dell’album Ziggy Stardust citava “to be played at maximun volume". Esatto. Ma i vicini? A caghér, dì chis rangion.

Gli effetti. Il risultato dell’ascolto di un brano dipende ovviamente dal tipo di musica. E’ bello ascoltare musica di ogni tipo perché la si può adattare al proprio stato d’animo. Amo Beethoven, i Pink Floyd, i Camel, il Blues, Terry Riley, per citare i primi che mi vengono in mente. Li ascolto volentieri come musica di sottofondo o di ispirazione  o di accompagnamento. Ma c’è un tipo di musica, quella da ascoltare a volume massimo, che influisce sulla postura del corpo. Le gambe si divaricano, le braccia stringono un’immaginaria chitarra e la mano destra mima il ritmo di un riff. Improvvisamente i capelli si allungano fin oltre le spalle per meglio accompagnare i movimenti ritmici della testa. E le donne ci guardano compassionevoli.

Fare od esserci. E’ difficile capire se l’immagine pubblica delle rock star è frutto di un’abile operazione di mercato o è veritiera. Probabilmente negli anni ’70 era raramente frutto di pose. Vedi Hendrix, gli Stones, Lou Reed, la Joplin, ecc.  Oggi è un pò più difficile anche se Amy Winehouse mica faceva finta. (evito di parlare dei maniskalki de roma, che non li sputo perché li profumo, come diceva il guru Cetto Laqualunque).

Rock. Noi vecchi puristi del rock abbiamo sempre discusso sul sesso degli angeli, ovvero se il “rock” era finito nel 1973 o nel 1975. Indubbiamente una bella mazzata arrivò con il punk e con tutto ciò che ne seguì. Ma, miracolo, improvvisamente nel 1992 arriva dall’America un gruppo che pubblica un disco che sbanca tutte le classifiche e riporta il Rock’n’roll ai fasti che merita.

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I Corvacci Neri.

La band venne fondata a Marietta, sobborgo di Atlanta, dai fratelli Christopher e Richard Robinson che erano figli d’arte in quanto il padre Stan fu un cantante anche se di scarso successo. La loro prima creatura fu una band liceale chiamata Mr. Crowe’s Garden. Come tutte le rock band che si rispettano nel corso degli anni è stata soggetta ad una vita tumultuosa -anche a livello personale- fatta di scandali, liti, scioglimenti, abbandoni, reunion.

Me li fece conoscere l’amico Stefano. Fu un amore immediato e seguii la loro carriera per diversi anni, fino allo stupendo doppio “Live at the Greek” con Jimmi Page del 1999. PS: avevo preso i biglietti per il loro concerto a Milano, ma venne soppresso perché Page era ammalato..!

Chissà perché fin dall’inizio li ho associati a “Brutti, Sporchi e Cattivi”, titolo di un film del 1976 di Scola con Manfredi. Hanno tutte le caratteristiche di “eccesso” che ho precedentemente descritto. Fanno rock, vero rock, duro, graffiante, potente, ricco di spunti blues e anti-estabilishment. La lezione di venti anni prima rivista e aggiornata. Certo forte è il tributo a Rod Stewart, i Rolling Stones, Jimmi Page e Jeff Beck, al southern-rock, al blues. Ma il rock è quello, poche balle..

Il Disco
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Il disco che voglio segnalare si intitola “The Southern Harmony and Musical Companion” uscito nel 1992. Non faccio una colpa al lettore che non lo conosce, ma lo esorto, se appassionato del ROCK, ad acquistarlo. Non può mancare!. E soprattutto deve essere ascoltato ad un volume impossibile.

 
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Il brano. Ognuno di noi ha un certo numero di canzoni che ama particolarmente e che può ascoltare e riascoltare allo sfinimento. Non dico meglio del sesso, ma un ‘pelino..’ sotto.

Nella mia “top ten (o forse più)” c’è questo brano, il sesto del disco.

Hotel Illness

Oh good heavens, baby where is my medicine?

Well I must have left it outside with my etiquette

The undertakers rule of thumb, ooh

It's hard to talk with a Novocain tongue

Yes it is

 

This room smells like hotel illness

The scars I hide are not your business

I can't seem to make hair nor hide of this

No baby love ain't a punishment

 

Hypnotize by your rotten behavior

Yeah, this weeks fashion is last years flavor

I got a head full of sermons and a mouth full of spiders

Yeah, the politics of the worlds greatest liar

Every time

 

This room smells like hotel illness

The scars I hide are not your business

I can't seem to make hair nor hide of this

No baby love ain't a punishment

 

So tell me, baby

Is it true all those things

That they say about you

 

This room smells like hotel illness

The scars I hide are not your business

I can't seem to make hair nor hide of this

No baby love ain't a punishment

Yeah, no, no, no

 
>>> leggi la traduzione in italiano
 
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Proposte di Ascolto (clic the pic)
 
cr.jpg  “The Southern Harmony and Musical Companion” (full Album)
 

live2.jpg Hotel Illness (live)  Sam Houston Coliseum - Houston, TX  06 February 1993

 
Per Approfondire
The Black Crowes official site


Autore : Giorgio Gotti, 25/09/2022