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CINEMA

HELGA


Anno scolastico 1967-1968. Terza media. C’era Migliavacca (il terribile) che andava chiedendo agli altri “ma ti sei mai fatto una sega”? Una sega, e cos’è ? “allora….” Solo dopo venimmo a sapere che faceva diventare ciechi; nel frattempo fu una scoperta sensazionale, più grande della scoperta dell’America, direi un grande passo avanti nella via dell’evoluzione. C’era Pizzorni (aveva già quasi i baffi) che un giorno portò a farci vedere delle fotografie in bianco e nero (vere fotografie) dove c’era una ragazza nuda su un letto a gambe aperte. Ma la ressa era tale attorno a lui che era difficilissimo vederle bene. C’era la mamma che siccome qualcuno aveva detto che a chiavare nascono i bambini, alla domanda “come nascono i bambini ?” rispondeva “quando sei grande te lo spiego”. Successe allora che la professoressa di matematica, decisamente la più giovane del corpo docente, dicesse alla classe: “ragazzi andate a vedere il film Helga”. La classe rigorosamente maschile di giovani caproni puzzolenti ebbe quindi argomenti su cui disquisire nei giorni a venire. Ovviamente anch’io mi precipitai a vedere il film. A dispetto delle più fervide aspettative lo ricordo come un noiosissimo documentario che però ebbe il merito di farci vedere per la prima volta in modo dettagliato il grande mistero che da mesi ci attanagliava: la figa!
Ad onor del vero non fu una grande visione: la scena clou trattava infatti di un parto. Il tabù visivo era infranto, ma il grande mistero rimase per ancora molti anni.

Helga anche conosciuto con i titoli Helga - lo sviluppo della vita umana e Helga - Il concepimento, la fecondazione, la nascita, i problemi sessuali, è un film didattico realizzato nel 1967 in Germania Ovest su richiesta del ministero della salute.
Racconta la storia di Helga, una ragazza che alla vigilia del matrimonio va a chiedere informazioni a un ginecologo sui rapporti sessuali e sul concepimento. Rimane incinta, segue i corsi preparto, dà alla luce un bambino.

Non fu censurato né vietato ai minori e divenne in Italia campione d’incassi della stagione cinematografica 1967/68. La campagna pubblicitaria puntò astutamente a proporre il film come fosse un film sexy. La locandina citava “dalla sfera intimissima di una giovane donna” riportando un’immagine di donna nuda. Ma ciò non giustifica il grande successo e la dice lunga sulla mentalità di quegli anni.



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Autore : Giorgio Gotti, 04/12/2021