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IL PASSATO È VOSTRO MA IL FUTURO È MIO |
Breve storia di The Haçienda, il più famoso locale di Manchester |
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Anche se
difficilmente viene citata in proposito, Manchester è una delle grandi capitali
musicali mondiali. È già dai Sixties che sforna un numero impressionante di
artisti di musica leggera destinati al successo planetario ma soprattutto ad
influenzare la scena musicale del periodo; il tutto con una popolazione di poco
superiore alle cinquecentomila unità, praticamente una inezia se paragonate a
quelle delle città che di solito vengono chiamate in causa in questi casi. A
leggerla così sembra una semplice boutade di un appassionato fissato; la mappa
qui sotto rende di sicuro meglio l’idea. |
La spinta
creativa che da sempre anima la città trova la sua sublimazione nella
quindicina di anni che vanno dall’inizio degli anni Ottanta alla prima metà
degli anni Novanta quando si forma per la prima volta quella che davvero si può
definire una scena: una serie di gruppi e di artisti in senso lato che
definiscono un suono via via sempre più associabile e associato alla città di
Manchester, vedasi alla voce Happy
Mondays, A Certain Ratio, James e soprattutto Joy Division e la loro successiva
evoluzione New Order. A maggior
conferma c’è il fatto che tutti questi gruppi hanno in comune la stessa
etichetta discografica, la Factory di Tony Wilson. L’enciclopedia
del rock ci insegna che la copertina di Unknown
Pleasures dei Joy Division
(realizzata dal grafico della Factory, Peter Saville) raffigura al negativo
(ossia con il bianco e il nero invertiti) le onde elettromagnetiche prodotte da
una stella, la prima pulsar mai scoperta; sono però gli stessi componenti della
band che raccontano che con l’immagine fu amore a prima vista anche perché ad
un primo impatto sembrava quasi perfettamente sovrapponibile allo skyline di
Manchester. |
La morte
per suicidio del loro leader Ian Curtis nel
1980, accanto alla tragedia, porta per i Joy
Division due conseguenze quasi immediate: da una parte l’arrivo di una vera
e propria cascata di soldi derivanti dalle vendite dei dischi che, mentre Ian Curtis era in vita, non avevano
avuto un grosso riscontro commerciale, e dall’altra la nascita dei New Order che i componenti della band
formano per tenere fede alla promessa iniziale di sciogliere i Joy Division se avessero perso per
qualsiasi motivo un componente della band. (<< back to IAN CURTIS) Il tour
negli Stati Uniti è per i neonati New
Order una specie di rivelazione; è soprattutto il bassista Peter Hook a rimanere rapito da New
York e dalla American clublife,
l’abitudine dei giovani americani del tempo di passare le notti da un locale
all’altro, locali completamente diversi da quelli europei, edifici enormi e a
più piani, spesso ricavati da fabbriche in disuso, in cui le band erano le
benvenute e non mal tollerate come in Inghilterra dove i locali da ballo erano
ancora appannaggio della disco music e di un dress code spesso molto rigido. Nasce così l’idea di investire i soldi incamerati con le vendite dei dischi dei Joy Division per mettere in piedi a Manchester un locale sulla falsariga di quelli che li avevano affascinati in America. Il partner perfetto per una follia del genere non poteva che essere Tony Wilson, il boss della Factory. Il design interno del capannone viene affidato a Ben Kelly che mantiene un collegamento ideale con la destinazione precedente dei locali: i muri sono chiarissimi, i soffitti molto alti e nella zona vicino al palco vengono innalzate delle colonne su cui vengono disegnate delle strisce gialle e nere o bianche e rosse del tutto simili a quelle che si trovano nei cantieri o in generale nei posti di lavoro per indicare un pericolo. La scelta del nome meriterebbe un racconto a parte. Qui ci limiteremo a segnalare che viene preso da The hacienda must be built, uno slogan che si trova in Formulary for a New Urbanism, un’opera di Ivan Chtcheglov, componente del gruppo di artisti chiamato Situationist International, che proponeva un cambiamento radicale anche nel modo di vivere le città. |
Poche ma
ben definite sono le linee guida del locale: fornire un posto di riferimento,
un punto di raccolta per tutte quelle iniziative musicali e artistiche che
nella Manchester di quelli anni sembrano spuntare come geyser in ogni angolo
della città, un ritrovo destinato ad essere diverso più che a fare soldi, in
cui chiunque sia il benvenuto indipendentemente dai vestiti che indossa, aperto
sette giorni su sette. I primi
tempi sono tutt’altro che semplici: le piccole dimensioni dell’insegna lo
rendono non semplicissimo da trovare e non attira avventori casuali; i live
sono solo nei week end e durante la settimana il locale è quasi deserto. Noel Gallagher, tra i primissimi
frequentatori assidui della Haçienda, ricorda anche come i soffitti alti
rendessero il locale gelido. Fino al
1986 si punta quasi tutto sui live e la popolarità del locale diventa
rapidamente e paradossalmente
inversamente proporzionale alla sua solidità finanziaria. Da una parte
l’unicità del locale e il gusto artistico dei gestori fanno sì che alla
Haçienda suonino tutti i nomi principali della nuova musica inglese, dagli Happy Mondays agli Smiths e proprio nel locale, grazie anche al fatto che il palco è
molto basso, più o meno all’altezza delle ginocchia, inizia l’abitudine del
pubblico di salire on stage ad abbracciare Morrissey
in adorazione; dall’altra la gestione di entrate ed uscite è quanto di più
lontano si possa immaginare dal manuale del buon imprenditore. Si basti pensare
che il prezzo dei drink e persino gli stipendi vengono decisi in riunione plenaria
da una cooperativa di cui fanno parte la maestranze: in breve tempo il locale
più in voga di Manchester diventa anche quello con la birra più economica e gli
stipendi più alti. In pochi
anni il pubblico viene abituato e pretende uno standard artistico sempre più
elevato. Il concerto di Madonna nel
1984 diventa un po’ il simbolo della spinta di Manchester verso esibizioni
artistiche sempre all’avanguardia. Il management di Madonna infatti, forse attirato dalla popolarità del locale,
organizza una data del tour proprio a Manchester per il lancio del nuovo
singolo Holiday. L’esibizione prevede
una decina di brani da cantare rigorosamente in playback con il supporto di due
ballerini. Quello che probabilmente nessuno si aspetta è che in quel Venerdì di
fine Gennaio del 1984 ad accoglierla ci sia un centinaio scarso di persone per
una serata che in seguito cercherà disperatamente di negare fino all’arrivo di
internet e di YouTube e delle conseguenti immagini che la inchiodano alla
realtà senza possibilità di repliche. |
A partire
dal 1986 le antenne di quella che da sempre è la città musicalmente più aperta
d’Inghilterra alle novità musicali iniziano a captare i suoni provenienti
soprattutto da Detroit e da Chicago. The Haçienda non può che restare al passo
e le serate al di fuori del week end vengono dedicate alla disco music con il
drum and bass minimale americano che si ritaglia uno spazio sempre maggiore sia
nelle scelte dei dj che nei suoni delle giovani bands. Un grande
spartiacque nella storia del locale arriva alla fine del 1988 ed ha un nome ben
definito: ecstasy. Le droghe
sintetiche a basso costo iniziano a circolare in maniera massiccia e
influenzano in maniera determinante l’ambiente. È li che nasce la rave culture ed è lì che nasce quella contaminazione
tra rock alternativo e club culture
che passerà ai posteri come Madchester,
con la crasi tra il nome della città è l’aggettivo mad, folle, pazzo. I suoi massimi alfieri sono forse gli Stone Roses ma quel modo di intendere
la musica si spande per tutto il Regno Unito, dalla Birmingham dei Charlatans alla Glasgow dei Primal Scream. La leggenda narra che
per un paio di anni gli Happy Mondays
vivono di fatto nel locale, andando a casa saltuariamente solo per farsi una
doccia. Ad oggi è
impossibile stabilire l’importanza dell’ecstasy sul successo della Haçienda,
che in quegli anni vive un vero e proprio boom con lunghe file per entrare in
tutte le serate della settimana. C’è chi come Noel Gallagher sostiene che il legame fosse inscindibile, che senza
il successo dell’ecstasy non ci sarebbe stato il successo del locale e
viceversa e c’è chi è sicuro che le basi di un ritrovo per la cultura di
Manchester fossero già state gettate anni prima. Di sicuro c’è che nonostante
si immagini la birra come drink preferito degli inglesi, è l’acqua la bevanda più
di successo in quegli anni con tonnellate di bottigliette vendute per
permettere agli avventori di ballare per notti intere senza crollare. Anche
l’abbigliamento si trasforma, con le magliette larghe e comode per ballare che
diventano il capo di abbigliamento cult, spesso con la stampa della pillola di
droga preferita in bella mostra. |
L’apice
arriva a Novembre del 1989 con gli Stone
Roses e gli Happy Mondays,
entrambi di Manchester, che si esibiscono a distanza di poco tempo a Top of the
Pops e che regalano alla città una visibilità enorme. Il mese
dopo arriva l’inizio della fine: una ragazza di sedici anni muore nel locale
dopo aver assunto una singola pastiglia di ecstasy; la notizia ha
prevedibilmente una eco enorme su tutti i media; il Parlamento inglese emana
una serie di leggi contro gli acid
parties; il pubblico della Haçienda cambia radicalmente con l’ingresso
sempre più ingombrante e ingestibile di gangs interessate a mettere le mani sul
traffico di droga. I gestori
cercano di riorganizzare il locale con serate gay (con tanto di non meglio
identificati controlli all’entrata sull’omosessualità di chi vuole entrare) per
tenere il più lontano possibile le gangs, ma il declino è inarrestabile. Il 28
Giugno 1997 chiude le serrande. I flussi di fiumi di denaro in entrata sono
spesso causa della rovina dei rapporti personali, figurarsi quelli in uscita. Un
calcolo esatto è probabilmente impossibile ma il denaro che i New Order hanno perso con il locale è
nell’ordine dei milioni di sterline: da allora non si sono più rivolti parola. Quello
che rimane a più di 25 anni dalla chiusura dei battenti della Haçienda sono una
manciata di dischi grandiosi, un enorme senso di uguaglianza e di appartenenza
con cui una intera generazione di giovani inglesi è cresciuta e la sensazione durata
un battito di ciglia che, per citare She
Bangs the Drums degli Stone Roses,
the past was yours but the future’s mine.
La potete ascoltare cliccando sull’immagine qui sotto. |
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Autore : Federico Piva, 01/02/2023 |
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