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Living in the Past |
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Ricordi ed Esternazioni di un 'diversamente giovane' |
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ONE Anno tra il 1972 o il 1974 (… la memoria), cena di fine anno del liceo. Dopo cena, tra le varie proposte vince quella ‘trasgressiva’: andiamo sul lungoparma, noto ritrovo di amanti del ‘vizio’. Di puttane neanche l’ombra, ma in compenso c’è “Ciuffy”. Apro una parentesi. A quei tempi, un gruppo 17/18enni poteva tranquillamente andare sul lungoparma all’una di notte senza alcun rischio. Andateci adesso, solo di pomeriggio. Poi i miei figli quando brontolo che ‘mala tempora currunt’ dicono che sono vecchio… e che sono di destra!. Torniamo a “Ciuffy”, che era quello che allora molto semplicemente si definiva un ‘culano’, senza tante complicazioni LGBTQ + e -. Sicuramente allora vita mica facile. Mi ricordo quando in centro vidi un gruppo di fasci inseguire vocianti la ‘Paolina’ (noto trans) ed un’altra per menarle. Ma quella notte noi liceali caproni volevamo farci solo due risate con “Ciuffy” che, simpaticissima persona dotata di una grande arguzia tipica del suo essere, ci regalò volentieri. Di quella serata rimase per tutti un episodio che spesso ricordiamo con piacere. Uno di noi, Basili, sdegnato dalla situazione disse ‘che schifo, me ne vado’ e si allontanò. Tutti a chiamarlo: ma no, dove vai, ecc. Allora “Ciuffy” pronunciò l’immortale invito: “Mo vieni qui, Besili, non ti piace la Prugna con l’osso ?” TWO Metà degli anni ’80. Con la mia famiglia andiamo a cena a casa di un cugino ‘montanaro’ di mia moglie. Dopo cena chiacchierando amabilmente andiamo sul discorso delle passioni, la musica in particolare. Fabio (il cugino) allora mi chiese di seguirlo. Andiamo in un’altra stanza, la ‘sala ascolto’. Lui è un appassionato di HI-FI e quella stanza è attrezzata per ascoltare non tanto la musica, ma le ‘performance’ di vari apparati stereo. A lui non interessa la musica, infatti non ha alcun disco tra quelli (rock) che io ascolto perché gode della riproduzione del suono più perfetta il possibile. Mi illustra l’impianto che mi farà ascoltare, che ha i cavi di collegamento stereo-casse con miglior materiale conduttore: l’oro. Ci faccio due conti. Solo di cavi mi sarei comperato non so quanti dischi. Vengo fatto sedere in una poltroncina collocata in un ben preciso luogo della stanza, cala la puntina sul vinile e parte la musica (jazz). Dopo pochi attimi mi giro per guardare se davvero dietro di me c’è la batteria o alla mia destra il basso. Fantastico, ma chi suonasse non me lo ricordo assolutamente. THREE ‘Ai miei tempi’ il rito del sabato mattina era andare alla Mistral Set per vedere quali nuovi dischi erano usciti. Dai vinili si passò ai CD. Una volta c’erano decine di negozi che vendevano dischi. Oggi sono spariti. Se vuoi li compri in rete o ascolti dal cellulare. Ma qualcos’altro di fondamentale manca, è tragicamente venuto meno. Allora ‘ai miei tempi’ c’era Stefano che mi consigliava, facevi due chiacchiere, c’era il rapporto umano. Adesso no. Sì siamo tutti connessi, sì possiamo ascoltare qualsiasi tipo di musica dal cellulare in ogni momento ed in ogni dove, anche mentre caghiamo (scusate il francesimo). FOUR Andate in un luogo affollato. Negli ultimi tempi frequento gli aeroporti e guardo cosa fanno le migliaia di persone in attesa. Il 2% legge, il 5 % sonnecchia, il 3% si guarda attorno. Il restante 90% è incollato al cellulare a guardare cazzate su cazzate, brevissimi video che attraversano il cervello senza lasciare traccia. E’ il presente, così fanno mia figlia e mio genero che sono under 40. Ne soffro molto, segno che sono vecchio. FIVE Sempre riguardo ai luoghi dove si riuniscono più persone, dallo studio medico al bar, al ristorante, all’aeroporto per arrivare al cento commerciale, che è la summa di tutto ciò, cosa li accomuna? La musica di sottofondo. Il massimo è il centro commerciale dove nei corridoi hai una musica che cambia in ognuno dei negozi dove eventualmente entri. Ovvio che per me è quasi tutta musica di merda, essendo musica pop attuale. Ma il concetto è che la tua mente deve essere bombardata, non può essere lasciata libera, non puoi scegliere tu se avere la pace del silenzio o il piacere dell’ascolto. Ogni volta che sono in uno di questi luoghi mi sorge spontaneo pensare al genio dei geni, a Brian Eno che cinquanta anni fa aveva già, con la sua ‘Ambient Music’, capito tutto. Una lezione persa nel vuoto. CONCLUSIONE Degna colonna sonora di queste mie riflessioni sarebbero due fantastici Album dei Jethro Tull: ‘This Was’ e ‘Living in the Past’ Per quanto ho cercato di raccontare nei punti ONE e TWO, è assolutamente vera la locuzione Latina di più di duemila anni fa, ‘De Gustibus Non Disputandum Est’ (Dei Gusti non si deve discutere), in quanto questi sono tensioni individuali riferibili perciò alla sensibilità propria di ciascuna persona. Per gli altri punti è probabilmente solo questione di età. I vecchi (ed io evidentemente lo sono) guardano al passato, al tempo della giovinezza, come all’età dell’oro. Non sempre vero perché dubito che mio padre ricordasse con gioia gli anni della guerra. Non mi addentro in un complicato discorso sociologico e psicologico su questi argomenti. Ma gli anni della mia gioventù, gli anni ’70 sono stati veramente un’epoca d’oro, un periodo di creatività difficilmente eguagliabile. Ed a sostegno di questa mia tesi porto una sola ed inconfutabile prova: ascoltate la musica di quegli anni. Non c’era Spoty-che o Youtube ma l’inconfondibile gracchiare della puntina che cala sul vinile, l’incommensurabile piacere di una copertina ben realizzata da studiare senza la lente d’ingrandimento. Senza considerare che i film li vedevi al cinema, con gli amici parlavi di persona, mica con whats-app, ecc, ecc. Sono esternazioni che solo i 'diversamente giovani' come me possono capire. E’ dura…. vuol dire che mi consolerò passando qualche ora su Facebook 😊😊😊😊 |
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Autore : Giorgio Gotti, Gen./2025 |
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