Ognuno
di noi è simile ma anche completamente diverso. Prendiamo i tratti somatici.
Esistono persone che tra loro si somigliano, come si suol dire “sono due gocce
d’acqua”. Non sono frasi fatte, a me è capitato davvero. Qualche anno fa ero in
vacanza in Grecia. Giro turistico in barca, approdo in una isoletta- Mia moglie
e mia figlia decidono di andare a vedere il motivo della sosta, ovvero la
chiesetta dove hanno girato il film “Mamma Mia”. Vedo
la meta da raggiugere, in alto, alla fine di una lunga scalinata. Improvvisamente
mi fanno male i piedi e decido di aspettarle in spiaggia. Piccola spiaggettina,
tanti turisti. Mi siedo un po' defilato e mi concedo un po' di relax. Dopo un
po' vedo davanti a me una donna che prende il sole tranquillamente
sdraiata. Ma la Madonna, è la Lorenza,
la cugina di mia moglie. Ma che ci fa qui in Grecia ? ma no, sarà il troppo Ouzo
bevuto a pranzo. Con noncuranza mi muovo verso il mare, sbircio, controllo,
verifico. Ma è proprio lei. Strano che non mi riconosca. Rifaccio un giro facendo
finta di andare a bagnarmi i piedi. Non solo è identica, ma ha la gli stessi
capelli bianchi. Di fare il cascamorto italiano che trova una scusa per andare
ad importunare una donna non me la sento. Ed allora, rivolto verso di lei dico
più volte a voce alta, come chiamassi qualcuno “Lorenza, Lorenza”.
Non
era lei come mi ha confermato poi alcuni giorni dopo la vera Lorenza. Spero mia
figlia non legga questo mio articolo perché come al solito mi direbbe “sei
prolisso, vieni al dunque”. Ma sono fatto così e per fortuna raramente trovo
qualcuno che mi apprezza. (sempre maschi, mai femmine, sono troppo logiche), Tra
tutti, e divago ancora, Ale amico di mia figlia che ho conosciuto un paio
d’anni fa. Giovane pugliese dall’enorme capigliatura rasta raccolta in una
gigantesca coda mi illuminò con una grande perla di saggezza. Stava preparando
la focaccia secondo la sua tradizione. Quando mi spiegò il procedimento dissi
“certo che ci vuole tantissimo tempo”. Lui rispose “infatti, amo le cose che mi fanno
perdere tempo”. Un guru.
Veniamo
al dunque. E’ ovvio che ogni individuo ha i propri gusti che riguardano ogni aspetto della vita. Tempo fa
ebbi a disquisire con un amico su due immagini di strafighe. Una ritraeva Francoise Hardy,
l’altra Jane Birkin. Ebbene, prese singolarmente ognuno le avrebbe giudicate
bellissime, ma quando si trattò di decidere a chi dare il pomo della più bella
i pareri furono discordi.
Ma
avendo scelto di non essere tuttologi e di avere come filo conduttore la
musica, ritorniamo nel seminato provando a ragionare sul perché abbiamo gusti
musicali diversi.
Nel
mio precedente articolo “Del Suono,
del Rumore e della Musica” >>>> ho affrontato tale tema
forse come seduta di auto-psicoanalisi, visto che ho ammesso di amare
il rumore prodotto dalla lucidatrice. Quindi, probabilmente, non sono la persona
più indicata per affrontare serenamente l’argomento dei gusti musicali.
Lo scegliere tra la Francoise e la Jane dipende
certamente dal fatto che ognuno di noi ha un cervello unico. Scendiamo di un
gradino e poniamoci nel raggio d’azione per cui a qualcuno piace un altro tipo
di donna, che ne so alla Yoko Ono. Ecco che allora il Rock è insopportabile, il
Blues lo odio, a me piace la Disco, no l’Opera, no i Pooh, e via dicendo. O più
genericamente alcune musiche le sopportiamo, altre no.
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Come
ogni aspetto della nostra vita anche l’approccio alla musica è oggetto di
studi. Non c’è quindi da stupirsi se esiste la Psicologia Musicale che
si occupa di scoprire cosa spinge le persone ad ascoltare un certo tipo di
musica, piuttosto che un altro, ma non solo, in quanto si ritiene che la musica sia
un ottimo mezzo per comprendere la nostra personalità e la nostra psiche.
Le preferenze
musicali, inoltre possono dipendere da numerosi fattori, come le esperienze di
vita, il contesto culturale in cui ci troviamo, le mode del momento. Ovviamente
in rete potrete trovare tante dotte trattazioni sull’argomento, affrontate dai
più svariati punti di vista. Tra le tante riporto quella che ho trovato nel
sito zerottonove e mi è sembrata la più carina (questione di gusti…..)
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Gli studi più
interessanti in questo campo sono stati realizzati da Jason Rentfrow,
professore di psicologia sociale della University of Cambridge e
hanno avuto buoni risultati nel dimostrare come la musica definisca il nostro
carattere.Nel suo studio, Rentfrow ha individuato un modello,
chiamato MUSIC, che comprende 5 grandi categorie musicali, uno per
ogni lettera, nelle quali sono racchiusi diversi generi.Ogni categoria musicale
rivela determinati tratti caratteriali e comportamentali.La prima è la melodia (dall’inglese mellow),
qui troviamo racchiusi il pop, il soul e l’R&B. Chi ascolta questo
genere di musica è una persona tranquilla, romantica, in cerca di relax, ma spesso tendente alla tristezza.La seconda categoria è
rappresentata, invece, dalla lettera U (Unpretentions), ovvero musica
senza pretese. Fanno parte di questa categoria: il rock’n’roll, la
musica country e la musica leggera. Se ascoltate questo tipo di musica- secondo
gli studiosi- siete persone affidabili, loquaci ed estroverse, ma tendete
ad avere idee convenzionali e dogmatiche.La S (Sophisticated) è
la musica sofisticata. Questa categoria abbraccia diversi generi
musicali: jazz, musica sinfonica, musica classica. Coloro che amano
ascoltare queste canzoni sono, in genere, persone di grande apertura
mentale, creative, spirituali e con una maggiore propensione agli aspetti
razionali ed intellettuali della vita.Sempre secondo gli studiosi di Cambridge
la musica punk, rock e heavy metal rientra nella quarta
categoria musicale, identificata con la Iettera I
(Intense), ovvero musica “intensa”. Gli amanti di questa
musica sono un po’ timidi e hanno una certa dose di
aggressività e, a differenza dei “melodici” non usano la musica
per rilassarsi, ma per carpire energia, per darsi la carica nelle sfide della
vita.L’ultima macroarea musicale, che completa il modello è rappresentata
dalla lettera C (Contemporary), che sta per musica contemporanea.
Rientrano in questa tipologia, il rap, l’acid jazz, la musica elettronica
e quella latinoamericana. Ad ascoltare questa musica, sono per lo più
persone estroverse ed impulsive, alla continua ricerca di nuovi stimoli,
amanti dei ritmi veloci.Da questa classificazione si evince, inoltre che
sono 3 i parametri principali che definiscono la personalità e il
carattere: tempo, ritmo e testo.I test e gli studi condotti dai
ricercatori hanno portato buoni risultati e hanno permesso alla psicologia
di fare qualche passo in più verso scoperte di questo tipo. Il modello
elaborato da Renfrow, dimostra perfettamente quanto musica e personalità
si muovano di pari passo.
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