Sono consapevole di introdurmi in un ginepraio con un argomento di tal fatta e
premetto che difficilmente potrò giungere ad una conclusione che soddisfi, me
per primo. Allora perché farlo? Per il mero "seulement pour parler" o
per il gusto amarognolo di un distruttivo sarcasmo postumo? No, non direi, invece
potrebbe trattarsi del desiderio di razionalizzare antiche emozioni ed un certo
"sentire"(e non ascoltare) facendoli scendere dall'Olimpo, dove li abbiamo collocati, e riportarli sulla
terra. Lo slogan può essere: "razionalizzate, gente, razionalizzate".
Siamo come dei "Talebani" riguardo ai 'nostri' Concerti, sono stati
comunque favolosi e possiamo dire "c'ero anch'io ", il che è pur vero
e non di tutti. Dall'altra ricorderete il "che bello, col giradischi acceso e lo
spinello ( e una ragazza giusta che ci sta )" e realizzerete che si era, anche
qui, in Afghanistan e forse a tutt'oggi non si vuole, del tutto, 'ritornare a
casa'.
Se avete (avuto) entrambi i 'vizi', beh, allora c'è bisogno di aprire le
finestre e far entrare, in questo tiepido inizio di aprile un poco di aria
frizzante del primo mattino.
In seguito ci si esprimerà sulla musica e sul suo contesto e se vogliamo
(dobbiamo) averne rispetto, il contesto è un fattore determinante.
La musica della quale si tratterà è limitativo chiamarla Rock, erano presenti
origini e contaminazioni di tutti i tipi comprese le 'canzonette' etichettate
come 'easy listening' . Perciò la
definiremo musica POP che, sia chiaro, non comprendeva ciò che veniva suonato in
quei locali presenti negli anni '70 nelle grandi città del nord Europa (
Amsterdam, Copenhaghen, ecc...) frequentati da 30-40enni, dove si ballava, in coppia,
musica Swing o tutt'al più Rock anni '50,
( con molti fiati ). Premetto che mi baserò soprattutto sulla memoria del vissuto o di quel che resta di esso; perciò poco o nulla
sulla ricerca, postuma, in Internet e quindi le eventuali imprecisioni o gli
errori saranno miei.
Cominciamo: è il 1972, siamo a Londra nei due mesi che vanno dalla fine di
luglio a quella di settembre e non abbiamo che 'l'imbarazzo della scelta' . Il
MARQUEE è un locale (?), diciamo una specie di magazzino sotterraneo in una
strada di SOHO e ci si arriva scendendo una dozzina circa di scalini. L'ampiezza può essere di 60
metri quadri, soffitto basso, e non ricordo se c'erano i bagni o un'altra uscita
- voglio sperarlo - perché stavi appiccicato uno contro l'altro che se, mettiamo il caso, svenivi restavi diritto in piedi; devo al mio metro e
ottantuno se riuscivo a vedere il palco (stretto e alto non più 25 cm). Il locale era considerato mitico
poiché molti dei gruppi più importanti vi si erano esibiti
- si diceva anche i Rolling - e la cosa
pareva fosse sentita e dovuta perché
figurava come una specie di iniziazione, di rito, che portava bene, quasi come
l'esame dei 'loggionisti' del Regio di Parma .Quella sera c'erano i GENESIS ed io ero a 4 metri da Peter Gabriel travestito
da volpe , si ricordi l'uscita fresca del
loro album 'Foxtrot', dotato di una
eccezionale presenza scenica, insomma un gran 'figo'.
La seconda visita allo stesso locale è coperta dal mistero o dal mio atteggiamento tendenzialmente
svagato, comunque il manifesto recitava
a grosse lettere 'Machine Head', suonavano
bene un Rock 'muscolare' ma, ho saputo successivamente
che non era mai esistito un gruppo così chiamato. C'era invece con quel nome l'ultimissimo album dei DEEP PURPLE (che non conoscevo ancora) che in
quell'estate si erano esibiti alla Round
House, locale del quale parleremo più avanti. I Deep Purple avevano fatto una capatina al Marquee? Non ci giurerei, non era probabile,
ma possibile. Contesto spurio.
C'erano diversi 'Clubs' a Londra in quel periodo, si chiamavano così
perché per
entrare la prima volta ti iscrivevi sborsando qualche sterlina insieme
al biglietto d'ingresso,
poi se tornavi c'era da pagare solo quest'ultimo.Di alcuni Club non
ricordo più il nome, ma avevano tutti la loro dignità, diversi
erano Underground e spesso c'era un po' di musica dal vivo, inoltre da
un anno
all'altro potevano aver cambiato nome. Ne cito uno: il Revolution , se
ricordo
bene si trovava tra Piccadilly e Mayfair
e pare vi fossero passati persino i BEATLES. Un
Teatro alla Scala (o se volete Regio) di
dimensioni ridotte, ingresso costoso per quel tempo, se ti andava in Platea ballavi
oppure potevi sederti nei palchi ad ascoltare o chiacchierare. Buon
contesto.
Passiamo ad un contesto più evoluto, un teatro come quelli citati, di nome
Lyceum, se ricordo, nella zona dei teatri tra Leicester Square e Liverpool street, il gruppo era 'Vinegar Joe', ricordo una voce femminile
graffiante e buona musica, mi risulta che il gruppo sia durato non più di tre anni. La situazione era come quella descritta per il Revolution gli amplificatori non
esageravano ed era possibile ascoltare, socializzare e idem, agitare braccia e gambe . Buon contesto. Dobbiamo allargare lo spazio disponibile e recarci alla 'Round House ', una
vera e propria arena (come un grosso e tondo palazzetto dello sport) composta
da uno spazio centrale, piuttosto largo,
dove ci si agitava, sia che il gruppo si esibisse al centro o in un lato, e poi anelli di tribuna dove si poteva ascoltare, trovando posto, da seduti Una grande bolgia coinvolgente in
una atmosfera un pochino soffocante e musica dirompente, lancinante stando vicino agli altoparlanti, se avevi la sfiga. Buon contesto, ma faticoso e stanchevole.
Poi c'erano i grandi spazi come Hyde Park o il Crystal Palace Bowl. Su Hyde
Park c'è poco da dire, è piatto, se non che dopo l'esperienza dei Rolling
Stones il parco, se non erro,è stato
chiuso ai concerti, ed un motivo ci sarà stato di certo . Il Crystal Palace Bowl è invece un grande prato in una conca con da un lato
un palco con un tetto a forma di conchiglia
e con davanti un piccolo laghetto, vedi il concerto degli Yes, della Mahavishnu
Orchestra ed altri gruppi durato un intero pomeriggio .
Tutto bene, in questi spazi ,riguardo all'aspetto ludico se c'è gente pacifica, stai sdraiato sopra il tuo plaid - se l'avevi previdentemente portato con
te - o sull'umido prato Inglese . La musica c'è e non
c'è, viene e va, come tutta la gente che
si sposta in continuazione, diciamo che 'fluttua nell'aria' se sei un po' lontano, ti rintrona se stai troppo vicino ; si dirà allora :
stiamo nel mezzo! Niente di più difficoltoso. Potevi ascoltare oppure solo
sentire. Contesto contraddittorio.
Quello che suscita sconcerto ed emana tristezza è il tentativo di imitare
('scimiottandolo') quanto avvenuto in un altro
concerto per es. Woodstock, il caso di Parco Lambro ne è un esempio
lampante. Infantilismo, condito con un po' di violenza, risultato: l'esclusione
per un po' dell'Italia dai concerti.
Faccio un ultimo esempio: a Gazzuolo un paesotto in provincia di Mantova,
un gruppo di ragazzi (Pro-Loco ?) aveva l'abitudine di organizzare in estate un
concerto di musica POP e in quella del
'75 si esibivano nientemeno che i 'Van der Graaf Generator'. Il luogo era un
ampio prato di forma quadrata, circondato da un muro di recinzione non troppo
alto e con due ingressi. Troppa gente, tanti
che volevano entrare e, magari, non
pagare e per ultimo i
tentativi di scavalcare il muro, non intuendo che anche dall'esterno si poteva benissimo ascoltare la
musica. Risultato: i musicisti impauriti volevano fuggire, poi per fortuna
tutto è andato a posto e dentro e fuori del recinto si è ascoltata buona musica
Progressive .
Concerti tardivi tenuti da 'nostri mostri sacri' sono stati
deludenti, come il Dylan a Parma di pochi anni fa, ma noi non
neghiamo quasi mai la nostra presenza
nei raduni di ex Combattenti e Reduci.
Mi vengono in mente i 200.000 (!) di
'Campo volo' e i 300.000 (!) di Modena (che fatica improba per i poveri partecipanti!
), ma che c'entra la musica ? Si fa del Rock grazie a qualche nostalgico
assolo di chitarra? Mi viene in mente la
competizione fine anni '60 all'interno di POP Emiliano (Nomadi vs Eqipe 84 ) il
migliore di quei tempi come lo è quello di oggi. Massì, si faccia pure musica
POPolare con tante buone canzoni di Autori-cantanti e due generazioni di Buona
gente .
Infine, riferisco di aver sentito affermare, da fonti autorevoli, che i mega Concerti
sono diventati un operazione necessaria nell' 'epoca della riproducibilità
tecnica dell'opera d'arte' .
Sesto pilastro della saggezza musicale :
Ogni musica tende a collocarsi per sua
natura necessariamente in un contesto
che la esalta e non la mortifica perciò noi dobbiamo portare comunque rispetto verso
la sua essenza.
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