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Degli LP doppi e dei Doors
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PART ONE
- TWO is meglio che ONE ? Presumo sia capitato anche a chi legge di possedere non una, ma due copie dello steso album (vinile), non considerando i doppioni in CD entrati a far parte successivamente della ‘collezione’. Qui stiamo parlando di dischi mitici che possono aver lasciato un impronta indelebile nell'immaginazione e nel patrimonio di emozioni di qualcuno. Il motivo del doppione il più delle volte è poco chiaro, eravamo 'attaccati ' a quella musica e la sparizione dell'oggetto amato ci ha reso insopportabile la sua mancanza ? A volte la causa della sparizione era misteriosa, ma facilmente attribuibile ai soliti ‘Davy Krocket tutto scrochet’ che brulicavano tra gli anni '69 e il '73 negli appartamenti occupati da universitari fuori sede; i cosiddetti 'compagni studenti lavoratori 'che bisognava ospitare’. Oppure era gente che sì aveva una stanza da qualche parte, ma che preferiva la compagnia di giovani fanciulle che trovava in case a gestione mista. A volte poteva essere perché nei loro appartamenti lo sporco sul pavimento si attestava intorno ai 10 cm; posso testimoniare sotto giuramento di averne saputo anche di più, da un paio da fonti accreditate. Perciò se non stavi attento poteva sparire di tutto, dal vestiario -pure gli eskimo, a prodotti alimentari, paia di sci, libri e quindi anche dischi, e se succedeva quando tu eri a casa o da qualche altra parte e non c'era qualcuno che vigilava, la tua stanza era 'aperta al pubblico ' e non ci potevi fare nulla . Poi alcune cose, per l'appunto dischi, misteriosamente ricomparivano e ti trovavi così ad avere un doppione. Nel mio caso gli Album sono i seguenti: The Turning Point - John Mayall 1969 Close to the edge - Yes 1972 Lark tongues in Aspic - King Crimson 1973 |
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Taglierò corto sugli Yes . Ero a Londra al loro concerto dell'Agosto '72 al ‘Cristal
Palace Bowl’ un enorme prato fatto ad anfiteatro nel quale potevi scegliere
dove sdraiarti. Il Palco con i nostri suonatori era giù in fondo in lontananza
sotto una tettoia fatta a conchiglia con davanti un laghetto per cui non potevi accedere sul
palco. Del conceto ricordo poco se non che è durato tutto un pomeriggio, uno dei gruppi di supporto era la Mahavishnu Orchestra e il mio amico Roberto 'de Roma', venuto a trovarmi, che avvicinava tutti chiedendo potete immaginare cosa. Il doppione degli Yes, (LP ascoltato pochissimo) che ho scoperto soltanto qualche giorno fa, dopo lunghi anni di pensionamento dei vinili, è opera sicuramente della mia sbadataggine. Diverso è il discorso sugli altri due, che fan parte anche di una categoria di cui parleremo nella seconda parte . “The turning point” 'acquistato appena uscito e ascoltato parecchie volte, è coinvolgente e fra i migliori, con gente come John Mark, Johnny Almond, Steve Thomson . Naturalmente non capivamo una parola dei lunghi testi degli Yes o di quelli di Mayall, ci bastava la musica, era già moltissimo e andava ben così, nel caso di Mayall; in quanto agli Yes non mi pareva fossero delle aquile . Il terzo LP non aveva niente a che vedere con gli altri due, se non che il batterista Bill Bruford compariva due volte; nel 72 aveva lasciato gli Yes e si era aggregato ai Crimson di Robert Fripp. In quei brani la musica fa da padrona - a parte uno - ed era soltanto l'inizio di una lunga storia (do you remember Fripp-Eno?). Possiamo dirlo apertamente e senza imbarazzo: di tanta della musica che abbiamo amato dei testi non capivamo che qualche parola qua e là fluttuante; in seguito sono giunti gli album con i testi, qualche libricino ed infine oggi con il web possiamo ritrovarli tutti per accorgerci che potevano essere anche banali . Concludendo: la musica è la musica, e poi ci possono stare pure le parole. Per quanto riguarda i SETTE PILASTRI della SAGGEZZA (o se si preferisce le Sette Pietre Miliari ) della 'nostra musica', dopo il primo già detto precedentemente ,cioè 1) Dobbiamo seguire quel che ci dice la musica , non quello che dicono i musicisti. viene il secondo: 2) La musica e il testo sono due facce di una stessa medaglia che solo i grandi sanno tenere dritta sul dorso. |
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PART TWO - The lonely Music Ci sono degli LP che abbiamo ascoltato per diversi giorni o per settimane per il semplice motivo che erano, in quel momento, gli unici che avevamo a disposizione (con un giradischi) e perciò potevamo ascoltarli più e più volte: The Turning Point - John Mayall 1969 To our children's children’s children - Moody Blues 1969 Strange days - Doors 1967 Del primo abbiamo già detto, ma non che è stato ascoltato lungamente nell'ottobre del '69 e che quando è scomparso ho pazientato diversi mesi e poi l'ho ricomprato . Del secondo, ascoltato anch'esso a fine '69 e poi mai più, pur avendolo, per nostalgia, successivamente acquistato, ricordo ben poco; eravamo Io, il mio coinquilino inseparabile gemello e un Indiano Sikh con tanto di turbante - ed era bravissimo ad arrotolarselo in capo - paracadutato per un po' da noi, che aveva un nome e un cognome, ma lo chiamavamo Pusci. Ah già, circolava per casa in quelle serate una certa 'Guantanamera' e la musica aveva suoni ‘Indianeggianti'. Invece il terzo, ascoltato sicuramente nel 1970, di cui non dirò il dove, quando e con chi, è il disco con in copertina i pagliacci nel quale finalmente alcuni brani erano almeno un po' comprensibili anche con il nostro fragile Inglese. |
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C'erano almeno 3 brani : when the music is over quando la musica è finita turn out the lights spegni le luci for the music is your special friend per la musica è il tuo amico ideale dance on fire as it intends balla sul fuoco come desidera music is your only friend la musica è la tua unica amica until the end fino alla fine ............................................................. .................................................. |
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Ecco allora il 'terzo pilastro': 3) Non credere di essere tu a scegliere la musica, è lei che ti sceglie. |
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Autore : Taras 24/02/2021 | |||
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