Copertine di Long Playing |
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Black Sabbath |
Black Sabbath (1970) |
Design – Marcus Keef |
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Il bassista “Geezer” Buttler era una grande appassionato dei
romanzi di magia nera e horror e conosceva il film di Mario Bava del 1963 chiamato I
tre volti della paura, che nella versione inglese era
intitolato Black Sabbath ("sabba nero"). Scrisse una canzone con
questo titolo che diede anche il nome alla band che si era da poco formata, i
Black Sabbath appunto. La loro musica era un heavy metal con sonorità pesanti e
oscure, con espliciti riferimenti al demonio e all’occulto, tra i primi iniziatori del
genere. La copertina
del loro primo omonimo album può essere considerata quella che ha aperto la
strada a tutto il filone delle copertine ossianiche. |
Si può dire che con questa copertina Keef, fresco di laurea
al Royal College, abbia dato una spinta notevole al lato “dark” della band. Non
solo ha realizzato l’immagine di fronte copertina ma ha anche concepito
l’interno, nero con una croce rovesciata ed un testo tenebroso ed inquietante. |
Keef non ha mai concesso interviste, ma nel 2020 per il 50°
anniversario dell’uscita dell’album l’ha fatto per la rivista Rolling Stone in
cui parla estesamente del suo lavoro e della quale di seguito cito alcuni aspetti
salienti / curiosi. La tecnica - Come per
Valentine Suite dei Colosseum ha utilizzato la pellicola aerocromatica a infrarossi Kodak,
progettata per le fotografie aeree e che ha conferito al ritratto la sua
tonalità rosata. In seguito, ha apportato "un piccolo
aggiustamento alla chimica per ottenere quel tipo di sentimento leggermente
oscuro, surreale e malvagio". Poiché era una pellicola sensibile,
la faceva bollire e poi la congelava, per rendere l'immagine sgranata e
indefinita. La
location
– le riprese si svolsero al Mapledurham Watermill , una struttura
del XV secolo nell'Oxfordshire, a circa 80 minuti di auto dal centro di Londra
perché “Allora, era un posto piuttosto fatiscente e piuttosto
spettrale. Il sottobosco era piuttosto fitto e piuttosto intricato, e
aveva una sorta di atmosfera inquietante”. La modella – Luisa
Livingstone, allora 18enne, era stata reperita tramite un’agenzia di modelle e
scelta perché molto minuta (era alta 1,50) “Volevo qualcosa di
piccolo perché dava al paesaggio un po' più di grandezza. Ha fatto
sembrare tutto il resto grande”. Pare
che nella foto la modella stringa un gatto nero, ma in realtà il motivo per cui
le sue mani sono in quella posa è perché stava cercando di
scaldarsi. Infatti era nuda sotto il lungo e pesante mantello di velluto
perché erano state previste foto di nudo che poi non vennero realizzate e le
riprese si svolsero la mattina prestissimo. L’interno
copertina
- Uno dei suoi compagni di studio del Royal College of Art, Sandy Field, ha
disegnato il logo dei Black Sabbath, così come la croce rovesciata. "Per
quanto ricordo, l'idea della croce capovolta era in parte perché forniva una
forte immagine grafica per inquadrare la poesia e i titoli di coda, e in parte
per conferire un senso dell'occulto al design”. Il tocco di “satanico”,
ovvero la poesia contenuta nella croce, era stata scritta dall assistente
fotografico di Keef, Roger Brown. |
Per chi volesse approfondire: |
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